Tra i titoli di stato a lunga scadenza in circolazione sul mercato sovrano italiano ve n’è uno di cui si parla poco. Eppure meriterebbe qualche rigo di presentazione, date le condizioni interessanti offerte. Si tratta del BTp 1 settembre 2040 e cedola 5% (ISIN: IT0004532559). Fu emesso nel 2009 come trentennale, anche se ormai presenta una durata residua inferiore ai 18 anni. Questo bond rendeva ieri intorno al 4,10%. Infatti, tratta ancora sopra la pari, ad un prezzo di circa 112. Ma l’apice lo ha toccato nel febbraio dello scorso anno a una quotazione di 168.
Il BTp 2040 stacca una cedola effettiva, ossia rapportata al prezzo, del 4,47%. Al netto della tassazione, scende in area 3,90%. Resta un livello più che accettabile in un’ottica di lungo periodo. Infatti, se per adesso l’inflazione italiana è schizzata a ridosso del 12%, nel giro di qualche anno dovrebbe tendere al target BCE del 2%, così come nel resto dell’Eurozona. A quel punto, il rendimento netto reale del titolo sarebbe decisamente positivo.
BTp 2040, possibili plusvalenze future
E non è detto che dobbiate comprare il BTp 2040 per tenervelo fino alla scadenza. Se pensate di rivenderlo tra qualche anno, magari quando avrà una durata residua sui 15 anni, probabile che realizzerete qualche plusvalenza. In effetti, il rendimento medio di un BTp a 15 anni nell’ultimo decennio è stato del 2,70%. E questo bond offrirebbe tale percentuale a 15 anni dalla scadenza con una quotazione di circa il 10% più alta di quella attuale.
Chi ebbe l’avvedutezza di comprare il BTp 2040 quando fu emesso, oggi non può certo lamentarsi. Da allora, ha incassato cedole per quasi il 60% del valore dell’investimento, al netto della tassazione. E potenzialmente potrebbe rivendere oggi il titolo con una plusvalenza netta del 12%. In totale, il rendimento effettivo netto sarebbe stato del 70%, qualcosa come il 4,4% annuo. E in questi anni, l’inflazione cumulata in Italia è stata di poco superiore al 27%.
C’è stato anche chi ha rivenduto il BTp 2040 all’apice del prezzo toccato agli inizi del 2021. In quel caso, avrà realizzato dall’emissione una plusvalenza netta nell’ordine del 36%. Il rendimento effettivo sarebbe stato ben superiore. Per il futuro, questo bond presenta due aspetti interessanti: è a lunga scadenza e offre cedola alta. Aspetti che verosimilmente spingeranno il mercato a guardarlo con occhi benevoli quando ci sarà la sensazione che la BCE sia giunta al culmine della stretta sui tassi.