Non rientra tra i bond ultra-lunghi, anche se certamente ha una durata molto longeva. E’ il BTp 1 settembre 2044 con cedola 4,75% (ISIN: IT0004923998). La sua emissione risale al 2013, per cui debuttò sul mercato sovrano italiano come trentennale. Attualmente, presenta una durata residua di venti anni. Trattasi di una scadenza poco amata dagli investitori istituzionali, i quali preferiscono optare o direttamente per i trentennali o restare su titoli intorno ai dieci anni. Gli investitori retail difficilmente si avventurano su scadenze così lunghe.
Performance positiva dall’emissione
Il BTp 2044 fu prezzato all’inizio un po’ sotto la pari, a 97,22 centesimi e con godimento della cedola a partire dall’1 marzo 2013. Chi acquistò il titolo sin dal primo giorno, ad oggi ha maturato cedole effettive lorde per un importo superiore al 54% dell’esborso. Rivendendo oggi il titolo, maturerebbe anche una plusvalenza di circa il 10,5%, dato che la quotazione attuale si aggira in area 107,50. In pratica, riporterebbe un rendimento lordo del 65%. Al netto della trattenuta fiscale, sarebbe quasi il 57%. E in questi undici anni c’è da considerare un’inflazione italiana cumulata del 20%. Dunque, il rendimento effettivo netto reale scenderebbe al 37%.
Tirando le somme, possiamo affermare che il BTp 2044 dall’emissione ad oggi ha consentito all’investitore non solo di proteggere il capitale dall’inflazione, ma anche di percepire un buon rendimento reale. E chi volesse acquistarlo oggi? La cedola del 4,75% lordo, rapportata alla quotazione, scende a meno del 4,42%. Al netto dell’imposta, il 3,865%. Questo sarebbe il flusso di reddito che l’obbligazionista percepirebbe da qui alla scadenza, data in cui accuserebbe una piccola perdita dovuta all’avere acquistato il bond ad un prezzo superiore a quello rimborsato dal Tesoro (100).
BTp 2044, confronto tra rendimento e inflazione attesa
La cedola effettiva è ciò che spesso definiamo anche rendimento immediato. Esso ci fornisce un’idea puntuale di quanto incasseremmo fino alla scadenza o alla previa data di un eventuale disinvestimento. Sapendo che l’inflazione italiana è attesa per i prossimi anni in area 1,30%, possiamo anche affermare che tale rendimento netto si attesterebbe nell’ordine del 2,50% o poco più. A patto, ovviamente, che le previsioni fossero azzeccate. E questo farebbe del BTp 2044 un buon investimento, anche se nel lungo periodo l’inflazione si rivela una variabile tutt’altro che prevedibile. A voler essere sinceri, gli eventi straordinari di questi ultimi anni hanno dimostrato che lo può essere persino nel medio termine.