Rendimenti in calo, spread in restringimento. Sono le ultime occasioni per investire portandosi a casa rendimenti lordi sopra il 3%. Per trovare opportunità migliori bisogna spostarsi sul tratto lungo della curva. Lì è ancora possibile trovare rendimenti anche al 4%. Ma i tempi stringono e tra poco sarà un miraggio. Prendiamo il BTp 1 settembre 2049 con cedola 3,85% (ISIN: IT0005363111). Ancora oggi ci offre poco più del 4%. La sua attuale quotazione di mercato giace sotto la pari, a meno di 97,30 centesimi mentre scriviamo.
Emissione generosa con spread alto
L’emissione del BTp 2049 risale al febbraio del 2019.
Rendimento reale azzerato dall’inflazione
Il prezzo di emissione per il BTp 2049 fu appena sotto la pari: 99,59 centesimi. Siamo in grado di calcolare il rendimento effettivo e reale sin da allora. Per prima cosa, le cedole nette effettive incassate in questi oltre cinque anni e mezzo sono state pari a circa il 19%. Bisogna considerare che, se oggi rivendessimo il titolo, accuseremmo una perdita netta intorno al 2% per via della minore quotazione. E l’inflazione? Secondo i dati Istat, dal febbraio del 2019 alla fine del settembre scorso è stata di oltre il 17%. A conti fatti, questo ci porta a concludere che il rendimento effettivo reale è stato praticamente nullo. Anzi, se teniamo conto anche dell’imposta di bollo da versare allo stato sull’investimento, avremmo accusato una leggera perdita.
E dire che se avessimo rivenduto nel momento giusto, avremmo maturato un guadagno in termini reali ed effettivi del 60%. Infatti, agli inizi del 2021, in piena pandemia e con i rendimenti negativi lungo gran parte delle curve, la quotazione sfiorò i 160. Al netto della ritenuta fiscale, un guadagno nell’ordine del 52%. E con le cedole in quasi due anni, sempre al netto dell’imposizione fiscale, saremmo saliti al 58%. A fronte di quale inflazione? Appena lo 0,6% in ventitré mesi.
BTp 2049 non rivedrà più vette passate
Pur essendo molto probabile che il BTp 2049 si riporti sopra la pari nei prossimi mesi, quasi certamente non rivedremo più quelle quotazioni stellari di ormai quasi quattro anni fa. Oggi come oggi, significherebbe assistere a un crollo del rendimento a poco più dell’1,10%. Impensabile per una scadenza così longeva, anche nel caso in cui i tassi fossero azzerati come prima della stretta monetaria. Neanche nei tempi d’oro il BTp a 25-30 anni esitò rendimenti così bassi.