Poco prima della pandemia, il Tesoro in Italia emise l’allora nuovo bond a 30 anni. Si trattava del BTp 1 settembre 2050 e cedola 2,45% (ISIN: IT0005398406). Il tasso elevato offerto rifletteva le condizioni di mercato di quella fase. In effetti, il titolo nei mesi successivi si apprezzò fino a toccare il suo massimo di 126 nel dicembre dello scorso anno. Oggi, si acquista per poco meno di 116, offrendo un rendimento lordo dell’1,63%.
In meno di due anni, risulta che il BTp 2050 si sia apprezzato di quasi il 15%.
BTp 2050, prospettive a medio termine
In questi quasi due anni, l’inflazione cumulata in Italia è stata del 3,2%. Ciò significa che il rendimento netto effettivo è stato del 14,7% o se vogliamo, che il rendimento netto ha battuto l’inflazione di cinque volte e mezza. Su base annua, il rendimento del BTp 2050 dal suo collocamento sul mercato ad oggi sfiora il 9,5%. Fin qui, il passato. Invece, chi acquistasse il bond oggi, si ritroverebbe in portafoglio un asset con basso rendimento alla scadenza. In termini reali, attualmente sarebbe del -2,2%.
Chiaramente, il BTp 2050 potrà anche tornare ad apprezzarsi, consentendo all’obbligazionista di disinvestire maturando un guadagno. D’altra parte, l’inflazione potrebbe rallentare e generare rendimenti reali positivi. Lo scenario più probabile per il prossimo futuro sembra essere di un rialzo dei rendimenti obbligazionari e di un’inflazione in calo dopo avere toccato il picco nel corso del 2022. Difficile, quindi, che i prezzi nei prossimi mesi reggano o salgano, essendo correlati inversamente ai rendimenti.