Titoli di stato con le ali dopo la diffusione del dato preliminare sull’inflazione nel mese di settembre nell’Area Euro da parte dell’Eurostat. L’indice dei prezzi al consumo è salito dell’1,8% su base annua, ai minimi dall’aprile 2021 e per la prima volta dal giugno 2021 sotto il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea (BCE). Si rafforza la prospettiva di un terzo taglio dei tassi di interesse già in ottobre. Se il rendimento decennale è sceso sotto il 3,40% (era al 4,10% a inizio luglio), il tratto lungo della curva beneficia particolarmente degli acquisti.
Quotazione a +5% mensile
L’ex trentennale guadagna il 5% in appena un mese. Il 2 settembre scorso, cioè al termine della prima seduta mensile, la quotazione si attestava a 103. Il suo rendimento è sceso nel frattempo di un terzo di punto percentuale esatto: dal 4,38% al 4,05%. Il BTp 2053 non è più il riferimento per la scadenza a 30 anni dell’Italia, essendo stato da pochi giorni rimpiazzato dal BTp 2054 con cedola 4,30% (ISIN: IT0005611741). La quotazione di quest’ultimo si è portata ben sopra la pari, a 103,70 nella tarda mattinata odierna.
La cedola effettiva netta del BTp 2053 risulta essere al momento quasi del 3,65%. In pratica, chi inserisce questo titolo in portafoglio, si porta a casa un asset che genera annualmente un flusso di reddito del 3,65% rispetto alla cifra effettivamente sborsata e al netto dell’imposta. Per quanto in calo – era al 4,40% un anno fa – resta cospicua. Anche perché c’è la seria prospettiva che la quotazione continui a salire nei prossimi mesi, generando un’eventuale plusvalenza che si andrebbe a sommare alla cedola incassata.
BTp 2053 beneficia dell’alta duration
Nell’ultimo anno, il BTp 2053 ha messo a segno una plusvalenza lorda del 21% – la quotazione era di 89,55 centesimi a inizio ottobre del 2023 – pari ad oltre il 18% netto.