Ci sono state buone notizie per i titoli di stato italiani anche nel corso di questa settimana. Lo spread tra BTp e Bund a 10 anni è crollato fino a un minimo di 105 punti base, ai minimi da oltre tre anni. Il premio che i nostri bond del Tesoro decennali offrono rispetto agli omologhi tedeschi si è ristretto a poco più dell’1%. L’Italia non fa più paura, anche se il suo debito pubblico resta altissimo rispetto al Pil. Andando sul tratto iper-lungo della curva dei tassi, troviamo il BTp 1 ottobre 2054 con cedola 4,30% e quotazione a quasi 109 (ISIN: IT0005611741).
Distanze ridotte con bond francesi
La sua emissione risale al settembre scorso e segnò un record assoluto con gli ordini a 131 miliardi di euro in fase di collocamento sindacato. Una seconda tranche è stata emessa dal Tesoro successivamente. Dicevamo che l’Italia non impensierisce più gli investitori, mentre è la Francia di Emmanuel Macron ad attirare le loro attenzioni. La grave crisi politica in cui è precipitata Parigi da diversi mesi ha fatto il paio con quella fiscale. I conti pubblici traballano e i rendimenti francesi sono arrivati a salire sopra quelli della Grecia.
Le distanze tra BTp e Oat si sono ridotte ai minimi da 17 anni a questa parte. La scadenza italiana a 30 anni rendeva lo 0,90% in più rispetto a quella francese agli inizi di giugno, prima che iniziasse la travagliata crisi politica transalpina. Ieri, il BTp 2054 rendeva meno del 3,85% contro il 3,36% dei bond francesi di pari durata. Dunque, nel giro di sei mesi le distanze si sono quasi dimezzate sotto i 50 punti.
Crisi in Francia, possibile upgrade del rating BTp
Lo spread a 10 anni ha fatto anche meglio, passando da oltre 80 a fino a meno di 30 punti. C’è la concreta possibilità che nei mesi prossimi, complici i giudizi delle agenzie di rating, tale divario venga colmato del tutto.
Stiamo presupponendo che la riduzione delle distanze si trasferisca lungo la curva nella stessa misura. In altre parole, che anche lo spread a 30 anni si riduca di 30 punti come il decennale. Non è detto che avvenga esattamente così, ma l’ipotesi è grosso modo plausibile. Tale riduzione del rendimento italiano (a parità di rendimento francese) si andrebbe a sommare a quella che dovremmo verificare entro un anno grazie al taglio dei tassi di interesse. La Banca Centrale Europea (BCE) ha già abbassato il costo del denaro per tre volte e si accinge a farlo tra pochi giorni, forse dello 0,50%.
Quotazione BTp 2054 con spread in calo
Il mercato ha sin qui scontato il taglio di dicembre e ancora si attende un ulteriore calo di 100 punti base o l’1% nel corso del 2025. Per il BTp 2054, che ha una “duration” modificata di quasi 17 anni, ciò implicherebbe un aumento della quotazione di circa il 17%. Ma se consideriamo anche il restringimento dello spread, tale rialzo potrebbe arrivare a quasi il 22%. E la quotazione salirebbe nel medio termine a circa 132. Il solo effetto spread, quindi, aggiungerebbe un 5% di crescita rispetto allo scenario di base. Ciò equivale a immaginare che il trentennale italiano a fine 2025 renda poco più del 2,50%. Tornerebbe ai livelli di inizio primavera del 2022, quando lo spread con la Francia viaggiava, però, sui 100 punti base su questa scadenza contro i meno di 20 a cui crollerebbe entro un anno.