E’ stata una seduta negativa per i titoli di stato ieri. I rendimenti sono risaliti e i prezzi naturalmente scesi. Il BTp 2072 (ISIN: IT0005441883), che è anche il bond più longevo finora in circolazione sul mercato sovrano italiano, ha subito una perdita del 3%. Le vendite sono state scatenate dalla pubblicazione dei verbali sull’ultima riunione della Federal Reserve a giugno, avvenuta mercoledì pomeriggio. Dalle minute è emerso che i tassi d’interesse americani saranno alzati in misura consistente anche nei prossimi appuntamenti, data la persistente alta inflazione negli USA.
Allo stesso tempo, alla scadenza l’obbligazionista in possesso del BTp 2072 maturerebbe una plusvalenza superiore al 53%. Al netto della tassazione e suddividendo per i quasi 50 anni d’investimento, il rendimento extra si attesterebbe allo 0,75%. E’ così che arriviamo a un rendimento netto complessivo di oltre il 3,6% all’anno. L’aspetto più interessante riguarda, però, la cedola netta effettiva. Essa sfiora il 2,90%, ponendosi ben sopra il target d’inflazione BCE del 2%. In altre parole, dovremmo attenderci un flusso cedolare reale positivo nei prossimi anni.
BTp 2072 beneficiato dall’aria di crisi
Detto questo, il BTp 2072 aveva toccato la quotazione minima di 59,30 centesimi nella seduta del 14 giugno. Da allora, guadagna esattamente il 10%, sebbene l’1 luglio scorso segnava +15% a una quotazione di 68,40 centesimi. Un apprezzamento a doppia cifra nel giro di 2-3 settimane. E’ stato possibile per via della paura che sta dilagando sui mercati finanziari circa il possibile arrivo della recessione.
Dalla fine dell’estate scorsa, i prezzi delle obbligazioni hanno ripiegato per la crescente inflazione. Le perdite sono state veloci e violente fino a quasi un mese fa, quando hanno lasciato spazio a un parziale recupero.