Il Tesoro ha emesso nell’aprile scorso un secondo bond a 50 anni dopo quello in scadenza nel lontano marzo 2067. Si tratta del BTp 1 marzo 2072 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883). Il prezzo di emissione fu lievemente sotto la pari, a una quotazione di 99,467 centesimi. Oggi, lo stesso titolo tratta sul mercato secondario a 98,27 centesimi. Offre così un rendimento lordo del 2,22%, pari all’1,94% netto.
Dunque, che bilancio possiamo fare del BTp 2072 a distanza di neppure un semestre dalla sua emissione? Rispetto al prezzo di collocamento del Tesoro, il bond ha accusato un calo dell’1,2%.
BTp 2072, rendimento sufficiente?
Il debutto del BTp 2072 sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana è avvenuto in data 12 aprile. Quel giorno, il titolo chiuse a una quotazione di 100, cioè alla pari. Ed ecco che da allora risulta avere accusato un calo dell’1,73%, solo parzialmente compensato dalla cedola maturata nel frattempo e pari all’1,05%. Al netto, un esito negativo di quasi lo 0,70%.
Tuttavia, in questo periodo le quotazioni del BTp 2072 hanno avuto alti e bassi, risentendo del trend obbligazionario. Il minimo storico è stato toccato il 17 maggio scorso a 91,30 centesimi, mentre l’apice risulta essere stato a 105,26, in data 10 agosto. Pertanto, chi avesse venduto ai minimi e comprato all’atto del collocamento, avrebbe accusato perdite quasi a doppia cifra. Chi, invece, avesse rivenduto ai massimi, avrebbe maturato guadagni complessivi superiori al 6%, cedola compresa.
A questi livelli di rendimento netto, il BTp 2072 non sarebbe sufficiente a proteggerci dalla perdita del potere di acquisto, con l’inflazione salita ad agosto al 2%. Dovremmo attendere che il bond si deprezzi ancora un po’ prima di ipotizzare un investimento, così da mettere in portafoglio almeno un asset non in perdita in termini reali.