Era il mese di aprile, quando il Tesoro annunciò l’emissione di un nuovo bond a 50 anni: il BTp 2072. Scadenza di 5 anni più longeva del BTp 2067, il primo “Matusalemme” d’Italia, arrivava sul mercato obbligazionario sovrano a distanza di 4 anni e mezzo da quest’ultimo. Il titolo prezzò appena sotto la pari (99,467 centesimi) e con cedola lorda annua del 2,15%, nettamente più bassa del 2,80% dell’altro bond a 50 anni. Quando ci avviciniamo alla fine dell’anno, viene naturale chiederci quanto abbia reso effettivamente agli obbligazionisti.
Ipotizziamo di avere acquistato il BTp 2072 subito dopo la sua quotazione sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. Il titolo chiuse la prima seduta a 99,6, appena sopra il prezzo esitato nel collocamento sindacato. Oggi, se dovessimo rivenderlo, incasseremmo un po’ meno: quasi 99 centesimi. Nel frattempo, quindi, avremmo accusato un calo dello 0,67%.
Bilancio BTp 2072
Tuttavia, in questi mesi avremmo incassato le cedole. La data di godimento fu fissata per l’1 marzo 2021, per cui è come se detenessimo il BTp 2072 da quasi 9 mesi e mezzo. La cedola lorda corrispondente a questo periodo sarebbe dell’1,69%, pari all’1,48% netto. In definitiva, tra quotazione e cedola avremmo maturato un guadagno di circa lo 0,90%. Che si tratti di un risultato magro lo conferma anche il dato sull’inflazione italiana, che da aprile ad oggi è stata di circa il 2,6% cumulato.
In altre parole, il rendimento effettivo netto del BTp 2072 sarebbe stato -1,5%. Un pessimo affare, sebbene vadano dette un paio di cose. La prima, che un investimento del genere è tipicamente da obbligazionisti cassettisti, cioè intenti a detenere il bond in portafoglio a lungo. A meno di non essere un investitore istituzionale, capace di giocare molto sul sali e scendi dei prezzi. La seconda, che le quotazioni del titolo hanno avuto alti e bassi molto marcati nell’arco dell’anno. Ad oggi, toccarono l’apice di oltre 105, mentre a maggio erano sprofondate a poco sopra 91 centesimi.
Se avessimo venduto il BTp 2072 ai massimi, avremmo guadagnato complessivamente oltre il 5,8% netto in appena quattro mesi. Se avessimo venduto ai minimi, avremmo perso quasi il 7% in poco più di un mese. Non è facile capire quando un bond abbia toccato il massimo o il minimo e la differenza la fa proprio la tempistica della compravendita.