Clima di attesa sui mercati per l’aggiornamento del rating di Moody’s sui titoli di stato italiani. Il timore di un declassamento a “junk” esiste, sebbene non sia lo scenario di base tra analisti e investitori. Ieri, lo spread decennale è arrivato a scendere sotto 185 punti base sull’allentamento delle tensioni relative al debito americano. Ma è stata una seduta particolarmente negativa per il BTp 1 marzo 2072 (ISIN: IT0005441883). Il bond a 50 anni del Tesoro perdeva nel tardo pomeriggio il 2,30%, scendendo ad una quotazione di poco superiore ai 54 centesimi.
Considerata la cedola annuale lorda del 2,15%, il BTp 2072 offriva ieri un rendimento in area 4,50%. Pensate che nell’agosto scorso rendeva meno del 2%. In quella fase, la quotazione era salita sopra 104. Da allora, si è praticamente dimezzata, infliggendo enormi perdite virtuali agli acquirenti. Chi lo acquistasse oggi, invece, inserirebbe in portafoglio un’obbligazione abbastanza remunerativa. Su un investimento nominale di 1.000 euro, spenderemmo appena 540 euro. E ogni sei mesi lo stato ci accrediterebbe 9,41 euro a titolo di interessi netti. Su base annua, un rendimento netto immediato del 3,48%.
BTp 2072 ai minimi storici, investimento speculativo
Alla scadenza, poi, lo stato ci rimborserà 1.000 euro, 460 in più di quelli effettivamente spesi. Otterremmo una plusvalenza lorda dell’85% e netta di quasi il 75%. Questo, però, tra quasi mezzo secolo. Difficile trovare qualcuno che investa su un orizzonte temporale così lungo. Il BTp 2072 è un asset tipicamente da preferire come investimento speculativo. Significa che, se volessimo acquistarlo, dovremmo farlo principalmente con l’intento di attendere che il prezzo aumenti per rivenderlo con profitto. Questo ragionamento va contemperato con le nostre esigenze di liquidità. Se crediamo di averne bisogno entro breve, meglio lasciar perdere. Se possiamo permetterci di attendere anche anni prima di disinvestire, possiamo farci un pensierino.
Non conosciamo i tempi di un’eventuale risalita di prezzo per il BTp 2072. Sulla base di quel che dicono i futures sull’Euribor, una sorta di previsione del mercato sull’andamento dei tassi futuri, dovremmo attenderci una loro discesa a partire dal primo trimestre del 2024. Contestualmente, quindi, dovremmo assistere ad una risalita dei prezzi obbligazionari. E ciò varrebbe particolarmente per le scadenze ultra-lunghe come il BTp 2072, caratterizzate da una maggiore sensibilità dei prezzi rispetto alle variazioni dei rendimenti sottostanti. Ma i futures non sono un oracolo, né il mercato può immaginare tutte le variabili in gioco che si potrebbero presentare da qui ai prossimi anni. Pandemia e guerra in meno di 24 mesi non le avevamo considerate.