Boom dello spread e dei rendimenti sovrani italiani dopo la pubblicazione dei verbali sull’ultima riunione della Federal Reserve a marzo. La banca centrale americana ha intenzione non solo di alzare i tassi d’interesse a maggio di un altro 0,5%, ma di procedere nel breve a vendere i bond in pancia al ritmo di 95 miliardi di dollari al mese. Inevitabile l’impatto negativo sui bond anche in Italia, con il BTp 2072 a risultare chiaramente il più colpito.
Sul nostro mercato sovrano, infatti, questo titolo è quello con durata residua più alta.
Da inizio anno, il BTp 2072 si è deprezzato del 15,7%. Debuttava nel 2022 con una quotazione di quasi 95 centesimi e un rendimento netto del 2,08%. Da allora, quindi, quest’ultimo è salito dello 0,71%. Questo significa che se oggi un obbligazionista acquista il titolo, in portafoglio si ritroverà alla scadenza un rendimento netto complessivo del 35,4% più alto di quello che avrebbe portato a casa all’inizio dell’anno.
BTp 2072, quotazione interessante
L’Italia non ha una lunga storia di bond a 50 anni. La prima emissione risale solamente all’ottobre del 2016, cinque anni e mezzo fa. Tuttavia, possiamo affermare che il BTp 2072 inizia a mostrarsi molto appetibile. Anzitutto, proprio per il rendimento. Circa 2,8% è interessante in un’ottica di medio-lungo periodo. Per quanto oggi l’inflazione sia prossima al 7% in Italia, con ogni probabilità negli anni si riporterà intorno al target BCE del 2%. E ciò significa che il bond riuscirebbe a garantire il potere d’acquisto e persino a fornirci un rendimento reale positivo. Niente male per un asset dal rischio di credito quasi nullo.
E anche se volessimo acquistare il BTp 2072 per rivenderlo a prezzi più alti prima della scadenza, questa sta diventando già una buona occasione d’investimento. A meno di 80 centesimi, di fatto il titolo starebbe dirigendosi verso i minimi. La discesa sarà seguita verosimilmente da una certa stabilizzazione per un periodo di tempo non breve, cioè finché la BCE non avrà portato a termine il suo ciclo rialzista dei tassi. Passeranno anni, è vero, ma dopodiché la risalita della quotazione ci consentirebbe di rivendere realizzando una plusvalenza. Pensate che nell’estate scorsa, il bond arrivò a quotare a più di 105. Se vi tendesse nuovamente in un futuro certamente non vicino, significherebbe mettere a segno un guadagno di oltre il 30%.