Lo spread è risalito ai massimi da oltre due settimane, portandosi nella mattinata di oggi a 127 punti base. Era arrivato a scendere sotto 120 punti non più tardi del 18 ottobre scorso. Ci sono diversi segnali che lasciano immaginare una Federal Reserve più attendista prima di riprendere a tagliare i tassi di interesse. L’economia americana continua ad andare bene e, in attesa di conoscere il dato sull’inflazione di ottobre sia negli Stati Uniti che nell’Eurozona, cresce la sensazione che il mercato abbia fatto il passo più lungo della gamba, dando per scontato un allentamento monetario rapido.
Nuova scadenza da record
La nuova scadenza dell’1 ottobre 2054 con cedola 4,30% (ISIN: IT0005611741) è stata emessa da poche settimane. Al collocamento sindacato di settembre attirò ordini record per 131 miliardi di euro, la stragrande parte dall’estero. La riapertura nei giorni scorsi ha confermato l’appeal con ordini per altri 107 miliardi. Il titolo arrivò a quotare sul mercato secondario a più di 104, vedendo scendere il rendimento annuo lordo al 4,12%. Oggi, la quotazione resta sopra la pari, ma in area 100,85. E il rendimento è risalito a quasi il 4,30%.
Rendimento in rialzo, quotazione in calo
Chi acquistasse oggi questo BTp a 30 anni, rispetto a meno di due settimane fa spenderebbe il 3% in meno e inserirebbe nel portafoglio un rendimento cumulato del 5% più alto. I conti sono presto fatti: lo 0,17% in più di rendimento all’anno per quasi 30 anni esatti fa per l’appunto il +5% (lordo). Certo, tale ulteriore guadagno verrebbe incassato nell’arco di tre decenni. Quanto alla cedola netta effettiva, vale a dire post-tasse e rapportata alla quotazione, è passata dal 3,62% al 3,73%. Questo ci dice una cosa altrettanto interessante: i tre quarti del maggiore rendimento si hanno grazie alla più alta cedola effettiva incassata anno dopo anno.
Ma il BTp a 30 anni si rivela oggi appetibile non già soltanto sul piano del rendimento, comunque elevato, bensì anche delle potenzialità speculative. Il mercato tende spesso ad esagerare al rialzo o al ribasso, salvo successive correzioni. Subito dopo l’estate aveva corso parecchio nella prospettiva di tassi di interesse più bassi. Ed effettivamente ad ottobre il taglio a sorpresa della Banca Centrale Europea (BCE) c’è stato, così come a settembre quello “maxi” della Fed. Ora ripiega nel timore che forse le cose nei prossimi mesi andranno meno bene di quanto scontato.
BTp 30 anni appetibile nel breve termine
Ma il taglio dei tassi BCE per dicembre resta nei radar, come rivelano le stesse previsioni attuali del mercato. E dopo che Fitch e Dbrs hanno promosso l’outlook dei titoli di stato italiani, ci aspettiamo un ulteriore restringimento dello spread in direzione 100 punti base. Non è neanche da escludere che arrivi presto un upgrade vero e proprio del rating, cosa che incentiverebbe gli acquisti. Il BTp a 30 anni sembra ben posizionato con un rendimento ancora del 4,30%, a premio di 165 punti base sull’omologo Bund. Anche solo un calo di mezzo punto farebbe schizzare la quotazione di circa l’8%. Ed è uno scenario realistico entro il medio-breve termine.