La BCE ha tagliato gli acquisti dei bond con il “quantitative easing” nel secondo trimestre per complessivi 30 miliardi di euro. La decisione si deve all’alta inflazione di questa fase. L’istituto non ha escluso l’azzeramento degli acquisti nel terzo trimestre. I titoli di stato italiani hanno accusato il colpo, con il BTp a 10 anni ad essersi impennato ieri da un rendimento lordo di 1,65% a 1,90%. Per il BTp a 50 anni, le fluttuazioni sono tipicamente più estreme, essendo il bond sovrano di maggiore durata, per cui anche più sensibile alle variazioni dei tassi di mercato.
Il BTp a 50 anni ha scadenza 1 marzo 2072 e offre cedola lorda del 2,15% (ISIN: IT0005441883). Tra la metà di febbraio e l’1 marzo scorso, questo titolo arrivò a guadagnare il 10,4%, salendo a un massimo di 92,20 centesimi. Parimenti, il rendimento netto offerto risultava sceso dello 0,41% a 2,19%. In pratica, chi lo avesse acquistato l’1 marzo scorso, avrebbe ricevuto alla scadenza un rendimento netto cumulato del 20,5% più basso.
Quel balzo fu dovuto alla corsa ai “safe asset” scatenatasi sui mercati per i venti di guerra in Ucraina, diventati realtà negli ultimi giorni di febbraio. Tuttavia, a marzo il trend è cambiato nuovamente. La guerra da un lato spinge gli investitori a preferire obbligazioni alle azioni, ma dall’altro sta provocando rincari delle materie prime dall’impatto notevole sui tassi d’inflazione. Tant’è che la stessa BCE si è trovata costretta ieri, suo malgrado, a segnalare un minimo intervento contro il carovita.
BTp 50 anni, dietrofront a marzo
E così, stamattina il BTp a 50 anni quotava a 84,40 centesimi, cioè a -8,5% da inizio mese. Il suo rendimento netto nel frattempo è risalito dello 0,36% al 2,55%. In termini cumulati alla scadenza, parliamo di un +18%. Se crediamo al fatto che nei prossimi anni l’inflazione si normalizzi a livelli vicini al target BCE del 2%, il rendimento offerto dal bond appare allettante, perché almeno ci proteggerebbe dalla perdita del potere d’acquisto.
Se, invece, voleste acquistare BTp a 50 anni per rivenderlo a prezzi più alti nei prossimi mesi o anni, potreste dovere aspettare non poco per non disinvestire in perdita. Tendenzialmente, ci attende un periodo non breve di cali sull’obbligazionario. I tassi d’interesse saliranno e i prezzi dei bond scenderanno. E questo finché non sarà completatosi il prossimo ciclo monetario restrittivo. Ci potrebbero volere anni. Nel frattempo, i titoli a lunga scadenza pagheranno le conseguenze più degli altri.