Un passo avanti e uno indietro. Nelle ultime sedute, i rendimenti dei titoli di stato nell’Eurozona non sembrano prendere alcuna direzione. C’è attesa per le prossime mosse della Banca Centrale Europea (BCE) sui tassi di interesse. Se fino a qualche mese fa l’incertezza era ancora tra taglio sì e taglio no, adesso riguarda la sua tempistica. Il mercato ancora ritiene che avverrà ad aprile per lo 0,25% e che entro la fine di quest’anno i tassi scenderanno dell’1,25% dai livelli attuali.
Cedola bassa, quotazione sotto 60 centesimi
Si tratta del bond più longevo fin qui emesso dal Tesoro e in circolazione sul mercato secondario. Il suo debutto avvenne tre anni fa, quando le condizioni di mercato erano totalmente diverse da quelle odierne. Basti guardare alla cedola striminzita fissata per capire quanto bassi fossero allora i rendimenti, conseguenza di tassi tenuti a zero dalla BCE.
Oggi, il BTp a 50 anni tratta a poco più di 59 centesimi, nel senso che un taglio minimo dell’importo di 1.000 euro lo si acquista a circa 590 euro. E pensate che nell’ottobre scorso, la quotazione era scivolata in area 49 centesimi. A fine dicembre, comunque, era risalita sopra 64. In termini di rendimento, il titolo era arrivato ad offrire più del 4,90% per scendere a gennaio fino a un minimo di poco superiore al 4%. E in queste ore rende il 4,15%.
Premio sul decennale
Sempre oggi, il BTp a 10 anni rende il 3,90%. Questo significa che il BTp a 50 anni offre un premio dello 0,25%, cioè di un quarto di punto percentuale esatto. Troppo o troppo poco? Per rispondere a questa domanda, sappiate che quando i rendimenti erano ai massimi in ottobre, le distanze con il decennale erano sostanzialmente nulle.
BTp 50 anni, dove va la quotazione?
A premio invariato, cosa accadrebbe se il BTp a 10 anni scivolasse verso il 3% in un arco di tempo non prolungato? Data la “duration” elevata, il BTp a 50 anni guadagnerebbe il 20% in termini di prezzo, salendo in area 70 centesimi. Ma questo sarebbe uno scenario possibile solo nel caso in cui il taglio dei tassi risultasse superiore alle attuali previsioni. E non di poco. Per il momento possiamo solo supporre che la curva dei rendimenti rimanga sostanzialmente invariata fintantoché l’inflazione nell’Eurozona non tenda al target del 2% e non attecchiscano le avvisaglie di una recessione continentale.