Anche la Federal Reserve ha deciso di tenere i tassi di interesse invariati per la seconda volta consecutiva e la terza quest’anno. Il costo del denaro negli Stati Uniti resta nel range 5,25-5,50%. E sempre ieri, la Banca d’Inghilterra ha mantenuto i suoi tassi al 5,25%. La settimana scorsa era stata la Banca Centrale Europea ad avere annunciato una pausa sui tassi per la prima volta dal luglio 2022. E il mercato obbligazionario festeggia. Il BTp a 10 anni ha visto crollare il rendimento lordo alla scadenza fin sotto il 4,50%.
Anche spread giù con minore rischio sovrano
Chi oggi acquistasse il BTp a 10 anni, otterrebbe un rendimento cumulato alla scadenza del 5% più basso rispetto a due settimane fa. Viceversa, chi avesse acquistato il titolo proprio all’apice dei rendimenti, oggi può rivenderlo realizzando una plusvalenza lorda prossima al 4%. E non vi stupirà che lo spread decennale tra Italia e Germania sia sceso da 200 fino a 183 punti base. L’attesa per la fine della stretta globale sui tassi riduce la pressione sul debito pubblico italiano e il rischio sovrano percepito.
D’altra parte, non sono solo i BTp a 10 anni a scendere di rendimento. Il T-bond di pari durata è sceso dal 4,99% della chiusura del 19 ottobre al 4,65% di ieri. Il calo è di circa un terzo di punto percentuale per il bond “benchmark” globale. Per quanto il governatore Jerome Powell non abbia escluso eventuali nuovi aumenti dei tassi, il mercato crede che la stretta sia finita. Adesso, si aspetta tre tagli dei tassi entro la fine del 2024 e dello 0,25% ciascuno.
BTp 10 anni beneficia di aspettative su tassi BCE
Ciò spiegherebbe perché il cambio euro-dollaro non risale la china. Il taglio dei tassi nell’Eurozona sarebbe più marcato di quello negli Stati Uniti nel medio termine. Ecco perché il BTp a 10 anni ha messo le ali. Il crollo dell’inflazione nell’area ad ottobre e il contestuale calo del PIL nel terzo trimestre depongono a favore di una svolta monetaria non lontana come si credeva fino a poche settimane addietro. La scadenza a 2 anni in Germania perde un quarto di punto percentuale dal 18 ottobre scorso, scendendo ai minimi da due mesi e al 3%. Di fatto, lo specchio delle mutate aspettative tra gli obbligazionisti.