Lo spread in area 190 punti base ormai è un dato di fatto. Lo sfondamento della soglia dei 200 punti sarà psicologicamente molto critica, perché segnalerebbe l’accettazione da parte della BCE di alti livelli di differenziale tra i rendimenti periferici e “core” nell’Eurozona. Dal punto di vista del mercato, però, questa è una fase di occasioni ghiotte per investire sull’obbligazionario dopo la lunga era dei tassi negativi. Il Bund a 10 anni è salito ieri all’1% per la prima volta dal 2015. Il Treasury decennale al 3% offre 200 punti base in più, inseguito a breve distanza dal BTp della medesima durata.
BTp a 50 anni, quotazione a buon mercato
Il BTp a 50 anni è, invece, il bond più longevo che possiamo trovare sul mercato sovrano tricolore. Ieri, esibiva una quotazione a 72,60 centesimi sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana. In pratica, per acquistarne un lotto minimo di 1.000 euro bisogna spenderne 726. Poiché l’investimento sarebbe di lunghissimo periodo, questo dato in sé ci dice poco sul rendimento immediato del bond.
Ed è per questa ragione che vi daremo conto anche della cedola. Se l’obbligazionista acquistasse il BTp a 50 anni per tenerlo fino alla scadenza, in pratica buona parte del rendimento lo percepirebbe in data 1 marzo 2072, quando avverrà il rimborso. Allora, realizzerà una plusvalenza di 274 euro per ogni 1.000 euro nominali investiti, cioè del 37,74% rispetto all’esborso effettuato. Suddiviso per i quasi 50 anni di durata dell’investimento, sarebbe circa lo 0,76% annualizzato.
Ma all’obbligazionista interesserebbe giustamente sapere quanto nel corso dell’investimento il BTp a 50 anni gli frutterebbe. Ed ecco spuntare la cedola. Il 2,15% fisso lordo equivaleva ieri, alla quotazione data, al 2,59% netto. Parliamo di mezzo punto in più rispetto al BTp 2051, che eppure è diventato il bond con il rendimento più alto sul mercato sovrano dell’Italia.
La cedola batte il target d’inflazione BCE
Una cedola così non deve essere sottovalutata.
Il BTp a 50 anni aveva aperto il 2022 con un rendimento netto al 2,08%. Nel giro di appena quattro mesi, offre intorno al 58% cumulato in più da qui alla scadenza. In termini di prezzo, invece, è stato un disastro: da 95 a centesimi, ha perso il 23,5%. Chi puntasse ad acquistare il titolo per rivenderlo a prezzi più alti, oggi come oggi farebbe una scommessa potenzialmente vincente. Oltre ad incassare una cedola più che decorosa, avrebbe modo nel giro di pochi anni di mettere a segno una plusvalenza sostanziosa. Pensate che solamente nell’estate scorsa, il bond prezzò a più di 105. Tornasse a quei livelli prima o poi, sarebbe un roboante +45%.