Sono settimane positive per i titoli di stato italiani, che hanno superato il test di tre agenzie di rating e il prossimo venerdì sarà la volta della temutissima Moody’s. Le basterebbe declassarli di un gradino per scaraventarli nell’area “junk” o “spazzatura”. Tra pausa sui tassi di interesse, calo dell’inflazione nell’Eurozona, i prezzi ad oggi sono lievitati. E il caso più esemplare è offerto dal BTp a 50 anni con scadenza 1 marzo 2072 e cedola 2,15% (ISIN: IT0005441883). La quotazione oggi sfiora i 54 centesimi, mentre agli inizi di ottobre era di poco superiore a 49.
Bond lunghi sensibili ai tassi
Se da un lato il prezzo sale, il rendimento ovviamente scende. Era salito al 5% nei primi di ottobre e oggi si attesta al 4,55%. Il calo è stato dello 0,44%, che moltiplicato per il numero di anni che ci separano dalla scadenza (48,29), esita un pesante -21,45%. Significa che chi acquistasse oggi il BTp a 50 anni, inserirebbe in portafoglio un asset remunerativo complessivamente del 21,45% in meno rispetto a quanto lo fosse quasi un mese e mezzo fa.
I bond a lunga scadenza sono anche quelli più sensibili alle variazioni dei tassi di mercato per via dell’elevata “duration”. Sappiamo che i prezzi scendono quando i rendimenti salgono e salgono quando i rendimenti scendono. Infatti, il BTp a 50 anni si è sostanzialmente dimezzato di prezzo rispetto ai valori registrati nell’estate di due anni fa, quando i tassi di interesse stavano a zero. Averlo acquistato in quella fase è stata una scelta azzardata e, alla luce dei risultati, assai perdente.
Al fine di non incorrere in perdite in conto capitale, l’obbligazionista è costretto a mantenere il bond in portafoglio finché il suo prezzo non risale. Ci potranno volere anni. E, in ogni caso, perderà l’opportunità di impiegare il capitale rimasto imbrigliato nel BTp a 50 anni per acquistare un titolo più remunerativo.
Risalita BTp 50 anni incerta sui tempi
Anche in questo caso, tuttavia, va ribadita la prudenza necessaria. Non sappiamo quando ci sarà un taglio dei tassi, né se gli spread italiani rimarranno invariati, stringeranno o si amplieranno nei prossimi mesi o anni. Non è così scontato che da qui al medio termine il BTp a 50 anni frutti i guadagni sperati. Certo, c’è da dire che attualmente la cedola effettiva, cioè rapportata alla quotazione e al netto delle imposte, si aggira intorno al 3,50%. E poiché l’inflazione italiana a medio-lungo termine è attesa su valori contenuti (intorno all’1,50%), sarebbe un buon investimento anche senza voler necessariamente speculare sul prezzo, sebbene esistano allo scopo tra i titoli di stato soluzioni ben più remunerative.