Nel luglio dello scorso anno, il Tesoro emise il BTp Futura 2030 (ISIN: IT0005415291). Fu il primo bond retail del genere. Oltre ad essere un titolo rivolto ai soli investitori individuali (famiglie), corrisponde cedole crescenti fino alla scadenza e un premio fedeltà legato al tasso di crescita dell’economia italiana. Quest’ultimo è garantito ai soli investitori che abbiano acquistato il bond in fase di collocamento e lo abbiano detenuto fino all’ultimo giorno.
Oggi, il BTp Futura 2030, scadenza 14 luglio, si acquista sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana a una quotazione di 103.
Chi ha acquistato il bond alla pari, oggi lo ha in portafoglio al 3% di valore in più. A questa plusvalenza bisogna aggiungere la cedola. Per i primi 4 anni ne è corrisposta una dell’1,15% annuale. Dall’emissione ad oggi, l’obbligazionista avrà diritto a un rateo attivo dell’1%, pagato da chi acquistasse il suo BTp Futura 2030 sul mercato secondario. In totale, quindi, il guadagno lordo sarebbe stato del 4%. Mica male per meno di un anno.
Tornando al rendimento, nel luglio scorso fu fissato dal Tesoro a circa 5 punti base sopra il livello fino ad allora vigente per un titolo di simile durata. Parliamo del BTp agosto 2030 e cedola 0,95%. Oggi, il rendimento di quest’ultimo è sceso allo 0,82%, cioè a più di una decina di punti sotto il titolo retail. Si conferma lo scarso appeal dei BTp Futura, segno che gli investitori istituzionali continuerebbero a restarne alla larga pure sul secondario.
Dunque, il BTp Futura 2030 offre oggi un “premio” doppio di quello di neppure un anno fa. Quanto alla quotazione, pur essendo un bond legato alla crescita economica, questa non incide in maniera particolare sulla sua performance.