L’ultimo BTp Futura emesso dal Tesoro è stato a novembre con scadenza 2033 (ISIN: IT0005466351), debuttando con una durata di 12 anni. Il bond offre cedole crescenti rispettivamente dello 0,75%, dell’1,35% e dell’1,70% per ciascun quadriennio. E il premio fedeltà è raddoppiato complessivamente tra il 2% e il 6% del capitale investito, con un anticipo corrisposto dopo 8 anni e pari a 0,4-1,2% e un acconto di 0,6-1,8% alla scadenza, a cui si somma un secondo premio dell’1-3%.
Come sappiamo, anche il BTp Futura 2033 riconosce un premio fedeltà ai soli obbligazionisti che abbiano acquistato il titolo in fase di collocamento e lo detengano fino alle date fissate per la sua corresponsione.
BTp Futura 2033 e paradosso inflazione
Il BTp a 10 anni è vicinissimo a un rendimento lordo del 2%, per cui è stata inevitabile anche la risalita per il BTp Futura 2033. Ieri, il titolo offriva l’1,88%, decisamente in rialzo da circa l’1,27% dell’emissione. In meno di tre mesi, quindi, il rendimento è balzato di oltre 60 punti base o 0,60%. In un certo senso, per le caratteristiche di questo bond è almeno un po’ paradossale che il bond abbia perso quasi il 5% dal collocamento. Più alta l’inflazione, infatti, più alto il rendimento offerto agli obbligazionisti, i quali avrebbero teoricamente poca voglia di rivendere sul mercato secondario, potendo confidare su una più alta remunerazione.
Invece, le vendite ci sono state, sebbene il BTp 2033 ordinario segnali di avere perso molto di più, cioè oltre l’8% nel periodo considerato. E, pertanto, oggi i due titoli rendono sostanzialmente uguale. Pensate che al debutto sui mercati, il BTp Futura 2033 offriva un premio di oltre 20 punti base o 0,20%.