Nei giorni in cui il Tesoro sta emettendo il BTp Valore e le famiglie corrono in banca o alla posta per sottoscriverlo, vogliamo ricordarvi che esistono sul mercato opportunità d’investimento già rivolte ai piccoli risparmiatori negli anni passati. Tra il 2020 e il 2021, lo stato italiano emise quattro BTp Futura per finanziare la lotta alla pandemia. Furono un discreto successo, ma questi bond retail non sembrano avere più alcun futuro, a dispetto del nome. Tant’è che il Tesoro si è inventato qualcos’altro, anziché proseguire con questo tipo di emissioni.
Il BTp Futura 2037 debuttò con una durata iniziale di sedici anni. Scadenza 27 aprile 2037 (ISIN: IT00054422097), offre all’obbligazionista cedole crescenti pari ai seguenti tassi annuali lordi:
- 0,75% per i primi quattro anni;
- 1,20% per il periodo compreso tra quinto e ottavo anno;
- 1,65% per il periodo compreso tra nono e dodicesimo anno;
- 2% per il periodo da tredicesimo al sedicesimo anno.
Premio fedeltà legato al PIL nominale
Questo bond offre anche un sostanzioso premio fedeltà. Come sapete, spetta solo a chi lo sottoscrisse e lo porterà fino alla scadenza. Esso è pari ad un minimo complessivo del 2% fino a un massimo del 6% rispetto al capitale nominale. La sua entità esatta dipenderà dall’andamento del PIL nominale dal 2022 al 2028 per quanto concerne la prima metà di tale premio, dal 2029 al 2035 per la seconda metà. Nel dettaglio, il sottoscrittore del BTp Futura 2037 riceverà un acconto del 40% della prima metà del premio dopo otto anni, cioè nell’aprile del 2029. Esso sarà:
- 0,40% nel caso di crescita del PIL pari o meno dell’1% tra il 2022 e il 2028;
- 0,40-1,20% nel caso di crescita del PIL tra l’1% e il 3% tra il 2022 e il 2028;
- 1,2% nel caso di crescita del PIL pari o superiore al 3% tra il 2022 e il 2028.
Alla scadenza, il BTp Futura 2037 staccherà il saldo della prima tranche pari al 60%:
- 0,60% nel caso di crescita del PIL pari o meno dell’1% tra il 2022 e il 2028;
- 0,60-1,80% nel caso di crescita del PIL tra l’1% e il 3% tra il 2022 e il 2028;
- 1,80% nel caso di crescita del PIL pari o superiore al 3% tra il 2022 e il 2028.
In più, ci sarà la seconda tranche del premio fedeltà così erogata:
- 1% nel caso di crescita del PIL pari o meno dell’1% tra il 2029 e il 2035;
- 1-3% nel caso di crescita del PIL tra l’1% e il 3% tra il 2029 e il 2035;
- 3% nel caso di crescita del PIL pari o superiore al 3% tra il 2029 e il 2035.
Alla fine di quest’anno, il PIL nominale dell’Italia salirebbe sopra i 2.000 miliardi di euro, trainato essenzialmente dall’inflazione.
BTp Futura 2037, quotazione bassa e rendimento alto
Ieri, il BTp Futura 2037 si acquistava per meno di 69 centesimi. Un tracollo verticale rispetto all’emissione alla pari di poco più di due anni fa. E’ perfettamente ragionevole che sia così. Nel frattempo, i rendimenti di mercato si sono impennati. Oggi, questo bond rende quasi il 4,50% contro un rendimento medio annuo dell’1,40% all’atto dell’emissione. Per giunta, a fronte di due anni di durata in meno. Inoltre, offre un premio fino allo 0,25% rispetto agli altri titoli di stato di simile durata, ma con cedola fissa dall’emissione fino alla scadenza.
Ciò è dovuto al fatto che il mercato appare meno propenso ad inserire in portafoglio un bond con cedole iniziali molto basse. In effetti, chi lo acquistasse oggi incasserebbe fino all’aprile del 2025 una cedola annua lorda effettiva sotto l’1,10%. E anche tra il 2025 e il 2029 porterebbe a casa un rendimento “immediato” inferiore all’1,75%. Bisognerebbe attendere la primavera del 2029 per iniziare a maturare il godimento di una cedola effettiva quasi al 2,40%.
Chi acquistasse il BTp Futura 2037, probabilmente oggi come oggi lo farebbe per ragioni perlopiù speculative, cioè nella speranza di rivenderlo a quotazioni più alte. Aspettativa ragionevole con il raggiungimento del picco dei tassi, sebbene non sia facile valutare quando inizierebbe la risalita. Chiaramente, nessun premio fedeltà sarebbe riconosciuto ai rivenditori prima degli otto anni, così come agli acquirenti.