Il responsabile del debito pubblico del Tesoro, Davide Iacovoni, ha presentato stamattina il “BTp Futura”, il nuovo bond italiano dedicato ai risparmiatori. Diverse le novità annunciate in conferenza stampa e che arrivano a distanza di pochi giorni dall’emissione del nuovo “benchmark” a 10 anni, il BTp con scadenza dicembre 2030 e cedola 1,65%, che ha riscosso ordini per 109 miliardi, a fronte di un’offerta di appena 14 miliardi. E a maggio, il BTp Italia maggio 2025 aveva riscosso un successo insperato nelle dimensioni in cui si è conclamato, con ordini del solo canale retail per 14 miliardi.
Il nuovo BTp a 10 anni ha sfondato, ecco perché tutti lo vogliono
E il Tesoro ha fatto esplicito riferimento ai 1.400 miliardi di euro parcheggiati sui conti correnti e deposito delle banche italiane per cercare di attirare investimenti dai risparmiatori, che detengono direttamente una quota di appena il 4% del debito pubblico domestico, molto meno del 10% dei primi anni Duemila. Per non parlare dei numeri elevatissimi degli anni Ottanta e Novanta. Non ci si immagina di replicare le cifre del BTp Italia, ma la speranza è che il nuovo titolo riesca ad accrescere nei portafogli le quote investite direttamente dalle famiglie.
Il BTp Futura verrà emesso dal 6 al 10 luglio prossimi e senza limiti, salvo la facoltà che il Tesoro si riserva di chiudere il collocamento in anticipo, nel caso in cui fossero raggiunti gli obiettivi massimi della raccolta. La durata del bond sarà di 8-10 anni e verrà comunicata in data 19 giugno. I proventi dell’operazione verranno utilizzati dal governo per finanziare le spese legate all’emergenza Coronavirus. A differenza del BTp Italia, la cedola sarà fissa e non legata all’inflazione. Tuttavia, essa risulterà crescente negli anni e fino alla scadenza, secondo il meccanismo noto come “step-up”. Il livello dei tassi verrà comunicato il venerdì immediatamente precedente al collocamento, vale a dire in data 3 luglio.
L’aggancio al pil
Il taglio minimo acquistabile sarà di 1.000 euro e multipli di 1.000 euro. Anche in questo caso, poi, il titolo potrà essere negoziato sul MoT di Borsa Italiana. Infine, ciliegina sulla torta, pardon “ciliegiona”: il premio fedeltà riconosciuto alla scadenza sarà non inferiore all’1% del capitale nominale investito e fino a un massimo del 3%, dipendendo dalla crescita del pil italiano. Ed ecco la vera novità di questa prima emissione annunciata per luglio e che Iacovoni ha spiegato che potrebbe essere replicata per settembre o, comunque, dopo l’estate. C’è l’aggancio alla crescita dell’economia italiana, per quanto non attraverso le cedole, bensì il premio fedeltà.
Un BTp legato alla crescita economica, il Tesoro studia i termini dell’offerta
Quest’ultimo viene riconosciuto, così come già avviene dal 2012 con il BTp Italia, a quanti abbiano sottoscritto il titolo in fase di collocamento e lo detengano fino alla scadenza. Dunque, più alto il tasso di crescita del pil, maggiore il premio fedeltà, agganciando almeno parzialmente il rendimento alla dinamica economica. Avevamo espresso perplessità sul punto, notando come sarebbe risultato poco conveniente investire in un bond con tasso legato alla crescita del pil, data la sua bassa intensità negli ultimi decenni. Il meccanismo escogitato dal Tesoro, però, dovrebbe mostrarsi appetibile, offrendo all’investitore un rendimento pressoché totalmente sganciato dal pil, ma garantendogli un premio “extra” nei casi di crescita sopra determinati limiti.
Come avete potuto capire, non ci sarà alcuna sessione riservata agli investitori istituzionali, esclusi nei fatti dall’emissione, essendo l’obiettivo esplicito del Tesoro di attirare le famiglie. Questo potrebbe comportare qualche problema per quanti volessero disinvestire prima della scadenza, perché sul mercato secondario è risaputo che siano banche, assicurazioni e fondi a comprare e vendere perlopiù, non i singoli risparmiatori. E’ un dato a cui porre attenzione in fase di investimento.