Prosegue a vele spiegate il collocamento del Btp Futura. Il nuovo titolo di stato italiano, riservato a investitori retail, è stato concepito per raccogliere fondi a sostegno dell’emergenza sanitaria.
Tuttavia, si tratta di un titolo di stato che il Mef colloca al pari degli altri Btp, benché con caratteristiche diverse rispetto agli ordinari buoni del tesoro poliennali. L’offerta ha già raccolto più di 5 miliardi di euro e oggi si conclude il collocamento con l’obiettivo di superare i 6 miliardi.
Btp Futura, tassi d’interesse e premio fedeltà
Fra le caratteristiche principali del Btp Futura, vi sono i tassi d’interesse offerti. Il titolo di stato di durata decennale avrà tassi cedolari minimi garantiti pari all’1,15%, 1,30% e all’1,45%. Più nel dettaglio i tassi cedolari minimi garantiti e provvisori dell’emissione sono:
– 1,15% dal primo al quarto anno;
– 1,30% dal quinto al settimo anno;
– 1,45% dall’ottavo al decimo anno.
I tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento, e non potranno comunque essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti. E’ previsto anche un premio fedeltà del 1% del valore nominale (100) per chi terrà il titolo fino a scadenza nel 2030. Tale bonus potrà salire al 3% qualora il Pil medio dell’Italia crescerà più del 15 nell’arco di vita decennale del Btp Futura.
La tassazione dei Btp Futura
Premesso ciò, veniamo alle tasse. Tema sempre dolente anche per chi risparmia e investe. Come noto le cedole sono sempre corrisposte al lordo delle trattenute fiscali che normalmente ammontano al 26% per tutti gli strumenti finanziari (obbligazioni, azioni, capital gain). Per i titoli di stato (non solo italiani), però, il legislatore ha mantenuto un’aliquota agevolata pari al 12,50% proprio per incentivarne l’acquisto da parte dei singoli risparmiatori italiani. Fra questi rientra anche il Btp Futura. Pertanto gli interessi descritti sopra saranno da intendersi al lordo delle trattenute del 12,50% che l’intermediario bancario applicherà al momento dell’accredito degli interessi sul conto (cedola).
Capital gain e premio fedeltà
Stesso discorso per il premio fedeltà ed eventuale capital gain. Posto che fra 10 anni le imposte sulle cosi dette rendite finanziarie resteranno immutate, il premio fedeltà del 1% del valore nominale sarà da intendersi al lordo delle trattenute fiscali. Su 10.000 euro nominali, per tornare all’esempio di prima, verrebbe riconosciuto dal Mef in fase di rimborso del capitale un bonus lordo di 100 euro che però, detratte le imposte, diventa 87,50 euro. Se, infine, l’investitore dovesse cedere prima della scadenza il titolo a un prezzo più alto di quello di sottoscrizione o di acquisto realizzerebbe un guadagno (capital gain) che verrebbe anch’esso tassato al 12,50%. Sempre per fare un esempio, se il Btp Futura venisse acquistato a 100 e venduto a 102 per 10.000 euro nominali, si realizzerebbe un profitto lordo di 200 euro, che corrisponde a un guadagno netto di 175. La banca, agendo da sostituto d’imposta, tratterà alla fonte le imposte che poi girerà allo Stato.