BTp Futura, terza seduta sottotono: urge rendere il bond appetibile

Anche la terza seduta del collocamento si è rivelata poco vivace per gli ordini del quarto BTp Futura. Il Tesoro dovrà rimediare.
3 anni fa
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BTp Futura 2033

E’ stata sottotono anche la terza seduta per il collocamento del BTp Futura a 12 anni (ISIN: IT0005466344). In totale, il Tesoro ha ricevuto sinora ordini per 2,67 miliardi di euro, 2 in meno di quelli ricevuti nelle prime tre giornate dalla scadenza a 16 anni. Quasi impossibile ormai anche solo sperare di tendere ai 5,48 miliardi della terza emissione. Eppure, i segnali dello scarso interesse verso questo bond c’erano stati già con le tre precedenti emissioni, quando gli ordini non erano mai stato davvero eclatanti e pur a fronte di tassi d’inflazione allora azzerati.

Cosa non va con i BTp Futura? Anzitutto, le cedole step up. Perché un obbligazionista dovrebbe accontentarsi di ricevere tassi d’interesse per i primi anni più bassi di quelli che il mercato sovrano stesso gli offrirebbe su un bond di pari durata? Certo, le emissioni garantiscono un rendimento alla scadenza a premio rispetto alle alternative con cedola fissa, ma si tratta di un extra che verrà incassato nel lungo periodo. Nel breve, le cedole risultano basse.

BTp Futura, qualche cambiamento possibile

E c’è la questione del premio fedeltà. Generoso, agganciato al PIL, ma per incassarlo bisogna mantenere il BTp Futura in portafoglio fino alla fine. E in pochi possono stare certi di non avere bisogno di liquidità negli anni successivi. L’incertezza rende poco appetibile questo stratagemma ideato dal Tesoro per favorire gli investimenti a lungo termine. Infine, probabile che non giovi il meccanismo complessivamente poco chiaro per determinare il rendimento.

Come rimediare? Non si vede il motivo per intestardirsi con le cedole step up. Se vogliono essere un riconoscimento per gli obbligazionisti cassettisti, a questo ci penserebbe già il premio fedeltà. Meglio sarebbe fissare tassi d’interesse fissi, a cui eventualmente sommare un tasso extra legato all’andamento del PIL nominale e slegato dal possesso o meno del bond sin dall’inizio.

In questo modo, l’obbligazionista riceverebbe un rendimento immediatamente più elevato e legato alla congiuntura dell’economia italiana. A dire il vero, questo secondo aspetto era stato valutato dal Tesoro prima del lancio dei BTp Futura, ma l’ipotesi di una cedola direttamente legata al PIL sarebbe stata scartata per evitare una sorta di stigmatizzazione del nostro debito sui mercati. In effetti, sono i paesi più poveri solitamente ad offrire simili condizioni per allettare gli investitori.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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