Ci saranno nuove emissioni di BTp green anche nel corso del 2023, oltre che probabilmente operazioni Tap, vale a dire riaperture dei titoli già collocati sul mercato. Ad oggi, sono due. Il primo risale al 2021 e ha scadenza in data 1 aprile 2045 e cedola 1,50% (ISIN: IT0005438004). Il secondo scade l’1 aprile 2035 e offre cedola 4% (ISIN: IT0005508590). All’apparenza, il BTp green 2045 sarebbe molto meno interessante a causa della bassa cedola offerta all’obbligazionista. Invece, il titolo risulta essere al momento il più redditizio tra tutti i bond sovrani italiani.
La vendita a forte sconto del BTp green offre due vantaggi all’obbligazionista: spende meno e incassa una lauta differenza (plusvalenza) alla scadenza; la cedola effettiva sale, in quanto si rapporta a un esborso effettivo molto basso. E così, il rendimento lordo alla scadenza sfiorava ieri il 5%. Per l’esattezza, esso si attestava al 4,94%.
Tuttavia, c’è da dire che quasi la metà di questo rendimento sarebbe incassato alla scadenza per via della plusvalenza. La cedola effettiva lorda, invece, allo stato attuale vale il 2,54%. Al netto dell’imposta sugli interessi del 12,50%, fa il 2,22%. Se consideriamo anche l’imposta di bollo applicata sul conto titoli, scendiamo verso il 2%. Non molto, specie in tempi di alta inflazione a doppia cifra. In un’ottica di lungo periodo, però, l’investimento diventa allettante.
BTp green 2045 possibile investimento speculativo
Il BTp green 2045 si è deprezzato di quasi il 13% dall’Immacolata, tornando in prossimità dei minimi storici toccati ad ottobre. Il bond può diventare un’occasione per effettuare un investimento speculativo, vale a dire non da cassettista. Le probabilità che nel medio termine le quotazioni recuperino sono elevate. Nei prossimi mesi, i rendimenti resteranno alti e possibilmente continueranno a crescere con la stretta monetaria della Banca Centrale Europea (BCE).
Dunque, probabilmente già entro il 2023 i prezzi del BTp green 2045 risulteranno in crescita rispetto ai valori attuali. Sarebbe una buona occasione per (iniziare a) portare a casa guadagni anche superiori al tasso d’inflazione grazie alla rivalutazione del bond. Tra l’altro, nel tentativo di crearsi un portafoglio “verde”, la BCE potrebbe vendere in misura minore o non vendere affatto i BTp green così come le altre emissioni sovrane e corporate della medesima tipologia. E ciò assegnerebbe loro un vantaggio in termini di prezzo, fenomeno specificatamente noto con il termine “greenium“.