BTp Green, a cosa serviranno le future emissioni del Tesoro con i pro e i contro

Ecco il motivo per cui il Tesoro punterà su nuove emissioni di BTp Green e perché la strategia comporta pro e contro.
3 mesi fa
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BTp green 2037 sul MoT di Borsa Italiana
BTp green 2037 sul MoT di Borsa Italiana © Licenza Creative Commons

Il debito pubblico italiano è salito a circa 2.950 miliardi di euro ed è molto probabile che già nei primi mesi dell’anno prossimo venga superata la soglia dei 3.000 miliardi. Lo stesso rapporto con il Pil, dopo un calo superiore alle attese nel 2023, sarebbe destinato a risalire in area 140%. Per questa ragione il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intende puntare prossimamente sui BTp Green. Il costo di emissione per il Tesoro si è stabilizzato al 3,60% nei primi sette mesi dell’anno, pur in lieve calo rispetto allo scorso anno.

Finora a tenere lo spread sotto controllo ci hanno pensato le famiglie italiane, che hanno fatto incetta di titoli di stato negli ultimi due anni e mezzo. Ma la quarta emissione del BTp Valore maggio 2030, avvenuta tre mesi fa, è stata meno brillante delle precedenti con ordini per 11,23 miliardi. Il record era stato toccato a marzo con 18,32 miliardi.

Come funzionano le obbligazioni verdi

I BTp Green sono obbligazioni di stato dal funzionamento del tutto analogo alle altre ordinarie. L’unica differenza consiste nel fatto che il Tesoro s’impegna, pur non in maniera vincolante, a utilizzare i proventi raccolti in difesa dell’ambiente e a favore della transizione energetica. In Italia, quattro sono state sinora le scadenze emesse: 2031, 2035, 2037 e 2045. C’è l’esigenza per il Tesoro di costruirsi una curva “verde” per offrire un riferimento al mercato domestico. In soldoni, dovrà effettuare nei prossimi anni emissioni su quei tratti della curva rimasti ad oggi scoperti, ossia medio-brevi e ultra-lunghi.

Per le caratteristiche sopra esposte, difficile emettere BTp Green eccessivamente corti. Serve tempo per impiegare i capitali ai fini ambientali, salvo eccezioni. Ma c’è un’altra ragione per la quale il Tesoro vuole rispolverare questi strumenti. Il mercato dei green bond sta andando bene anche quest’anno, con emissioni a metà agosto stimate in 444 miliardi di dollari nel mondo.

C’è sempre un’elevata richiesta degli investitori istituzionali, in particolare. Gli emittenti sfruttano il buon vento per accaparrarsi capitali a costi tendenzialmente inferiori a quelli spuntati sulle emissioni ordinarie. In gergo, questo fenomeno si definisce “greenium”, pur meno evidente rispetto agli anni passati.

Giorgetti punta sui giovani

Grazie ai BTp Green il governo italiano spera di rifinanziare le elevate scadenze a tassi un po’ più bassi, anche perché la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato a tale proposito una politica di favore nella conduzione dei suoi acquisti per finalità monetarie. Non è solo questo. Il canale retail ha dato grosse soddisfazioni con i quattro BTp Valore collocati sul mercato in appena undici mesi. Inevitabile che adesso la domanda delle famiglie inizi a rallentare. Giorgetti, però, vuole puntare su un target relativamente ancora ai margini del mercato: i giovani. Hanno una maggiore sensibilità all’ambiente e sarebbero potenzialmente più attratti da emissioni a sostegno dell’ambiente.

BTp Green, pro e contro

Puntare sui giovani avrebbe un effetto positivo nel lungo periodo: avvicinerebbe ai titoli di stato un segmento della domanda altrimenti destinato a investire altrove. E poiché i giovani di oggi saranno i cittadini di domani, il rischio sarebbe di un retail domestico quasi disinteressato al finanziamento del proprio debito pubblico. Detto ciò, la popolazione più giovane in Italia è anche la meno dotata di risorse finanziarie. I risparmi sono concentrati tra le coorti di età più alte. Ciò può rappresentare un problema per la strategia di Giorgetti di puntare sui BTp Green. Resta il fatto che il 30% dei fondi ottenuti con il Next Generation EU dovranno tendenzialmente essere destinati a progetti ambientali. Le premesse per approfondire questo canale di raccolta ci sono.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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