Standard & Poor’s non ha declassato il debito pubblico italiano, come pure si temeva. Venerdì scorso, l’agenzia di rating ha mantenuto il giudizio “BBB” con “outlook” negativo sui nostri BTp, confermando che i titoli di stato italiani restano sotto osservazione. L’istituto nota come il rapporto tra debito pubblico e pil sia atteso in aumento, mentre il debito privato risulta in costante discesa. E proprio quest’ultimo aspetto ci avrebbe “graziati”, con S&P a prevedere che l’Italia sia sulla buona strada per diventare un creditore netto esterno entro la metà del prossimo decennio.
Spread con i bond greci ai minimi da 10 anni
Restano le criticità nel breve, con l’economia italiana attesa in stallo per tutto quest’anno, nonché i continui cambiamenti politici a intaccare il potenziale di crescita. L’agenzia rileva, ad esempio, come le misure adottate dal governo Conte, pur mirando a sostenere la crescita, abbiano verosimilmente finito per colpirla, tra l’altro irrigidendo il mercato del lavoro.
Rally duraturo?
Scongiurato il “downgrade”, si prevedono movimenti positivi per i BTp dalla seduta di oggi. I rendimenti a 10 anni sono saliti di una decina di punti base nell’ultimo mese, attestandosi a poco meno del 2,60%. Lo spread BTp-Bund sul tratto decennale è lievitato di pari passo, portandosi in area 260 bp, dai 247 di metà aprile. Proprio l’avvicinarsi del giorno del giudizio per i BTp ne aveva sostenuto le vendite, per cui dovremmo immaginare che un parziale recupero vi sarà da oggi, come segnalato dall’apertura delle contrattazioni, quando lo spread è sceso a 255,50 punti e i rendimenti al 2,56%.
E, tutto sommato, la settimana scorsa si è rivelata sostanzialmente positiva per i nostri bond, se si considera che in quei giorni gli scambi siano stati bassi per via delle festività, che nel governo si siano registrate grosse tensioni tra i due partner della maggioranza e che, appunto, ci fosse attesa per l’aggiornamento del rating di S&P. Questo non significa che le prospettive restino favorevoli. Tra un paio di giorni entreremo nel mese di maggio, quello in cui si terranno le elezioni europee, da molti attese come uno spartiacque in Italia e nel resto d’Europa sul piano politico. Le fibrillazioni sui mercati potrebbero intensificarsi a partire dalla metà del mese, riguardando particolarmente i BTp sulle possibili ripercussioni negative che l’esito delle urne avrebbe sul governo Conte.
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