Il calo dei prezzi nelle ultime sedute ha travolto anche i BTp indicizzati all’inflazione. Sono due i titoli che abbiamo preso in considerazione e che vi proponiamo, avendo scelto volutamente la scadenza dei 5 anni. Parliamo del BTp Italia maggio 2026 (ISIN: IT0005332835) e del BTp€i maggio 2026 (ISIN: IT0005415416).
Lo spartiacque è stato giovedì scorso, quando si è tenuto il penultimo board BCE dell’anno e sono stati pubblicati i dati sull’inflazione in Germania e Spagna ad ottobre. Il giorno seguente, l’Eurostat pubblicava l’inflazione dell’intera Eurozona al 4,1%.
BTp indicizzati a confronto con bond ordinari
A conti fatti, lo spread tra i BTp indicizzati all’inflazione italiana e quelli ordinari è rimasto immutato all’1,21%. Poiché esso capterebbe le aspettative d’inflazione, possiamo affermare che il deprezzamento dei BTp Italia non è stato dovuto ad alcuna variazione nelle previsioni del mercato circa la crescita futura dei prezzi nel nostro Paese. Anzi, esso ha seguito pedissequamente il calo accusato dal bond ordinario. E questo, a sua volta, è stato dovuto all’aumento delle tensioni finanziarie sul nostro debito sovrano per effetto di un rialzo dei tassi BCE atteso adesso più vicino. Basti guardare allo spread BTp-Bund per capire.
E i BTp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona? Parliamo dei BTp€i 2026. In questo caso, il rendimento è salito da -1,45% a -1,30%. Il differenziale con il bond ordinario è salito da 1,60% a 1,71%. In teoria, questo significa che le aspettative d’inflazione per l’Eurozona si starebbero surriscaldando. Ed esse risulterebbero mediamente di mezzo punto percentuali all’anno più alte per i prossimi 5 anni che in Italia.