Tra due giorni si parte con il sedicesimo BTp Italia, che stavolta avrà durata di 5 anni e scadenza il 26 maggio 2025. Ieri, il Tesoro ha comunicato l’entità della cedola minima garantita, fissandola all’1,40% annuale. Si tratta di una fissazione temporanea, perché il prossimo giovedì mattina, prima che abbia inizio l’unica seduta riservata agli investitori istituzionali, potrà ritoccarla al rialzo o confermarla, in nessun caso tagliarla. Dunque, mancava solo questa informazione per procedere finalmente a un’analisi concreta delle condizioni offerte, sapendo già che il premio fedeltà riconosciuto ai risparmiatori che acquisteranno il bond in fase di emissione e lo deterranno in portafoglio fino alla scadenza raddoppia allo 0,8% del valore nominale.
Se il BTp Italia potrà rendere anche più del bond a 50 anni
Nei giorni scorsi, vi avevamo chiarito che la cedola minima accettabile per considerare il nuovo BTp Italia conveniente sarebbe stata non troppo dissimile dal rendimento esitato sul mercato secondario dal BTp con cedola fissa e di pari durata, ossia in scadenza nel maggio 2025. Questo, perché le aspettative d’inflazione in Italia, ma anche nel resto dell’Eurozona, risultano abbastanza basse per il breve e medio-lungo termine. E ieri, esso offriva un rendimento dell’1,35%, per cui il Tesoro ha voluto tagliare la testa al toro e procedere con un’emissione senza ombra di dubbio vantaggiosa rispetto al bond ordinario quinquennale.
BTp Italia vantaggioso
Ricordiamo, infatti, che la cedola del BTp Italia è variabile e composta dal tasso minimo garantito di cui sopra e dall’inflazione del semestre precedente rilevata dall’ISTAT, al netto della componente tabacchi. Ad esempio, se nel prossimo semestre l’indice FOI rilevasse un’inflazione annuale dell’1%, la prima cedola semestrale che il Tesoro staccherebbe a novembre sarebbe dello 0,7035%, in quanto il tasso reale e l’inflazione andrebbero suddivisi per 2 (0,7% e 0,5%) e il primo rivalutato per la seconda.
BTp Italia 26 maggio 2025: ecco il numero a cui guardare per decidere se acquistare
Se, invece, oggi acquistassimo un BTp a 5 anni con cedola fissa, il rendimento annuale che otterremmo sarebbe dell’1,35% e non muterebbe fino alla data del rimborso, in quanto frutto del tasso d’interesse immobile e dei prezzi spuntati all’atto dell’acquisto. Certo, ci potrebbe anche essere uno scenario opposto, ossia di inflazione zero o di leggera deflazione per i prossimi mesi e anni. Ma nemmeno in questo caso il BTp ordinario risulterebbe più vantaggioso, in quanto la cedola reale minima del BTp Italia non scenderebbe sotto l’1,40% e né il capitale verrebbe rivalutato al ribasso, restando integro.
Come potete capire, l’intento del Tesoro è di attirare quanta più domanda possibile tra i risparmiatori, ingolosendoli con un titolo che non solo li protegge dall’inflazione, ma che già in partenza, pur scontando un’inflazione nulla o negativa, si presenta vantaggioso. E tutto questo, a fronte di conti correnti e deposito che non offrono nemmeno un euro di interessi, né esistono sul mercato strumenti su cui investire di pari sicurezza e durata altrettanto remunerativi. In poche parole, varrebbe davvero la pena farci un pensierino. E se non perderete tempo nell’acquistarlo, al già relativamente elevato rendimento minimo garantito potreste aggiungere un altro 0,16% su base annua, grazie al premio fedeltà. Di fatto, acquistandolo all’asta e in un’ottica di investimento da “cassettista”, il BTp Italia vi starebbe garantendo un rendimento minimo dell’1,56%.