Poco prima che finisca l’anno, i possessori del BTp Italia 28 giugno 2030 (ISIN: IT0005497000) riceveranno in pagamento la quinta cedola semestrale. La data è fissata per giorno 28 e il Tesoro dovrà provvedere a onorare una scadenza relativa a 9,44 miliardi di euro di capitale nominale sottoscritto nel giugno di due anni fa.
Bond indicizzato all’inflazione
Il BTp Italia 2030 è indicizzato all’inflazione italiana in base all’indice FOI dell’Istat. Per il semestre in corso il riferimento è al valore dell’indice in data 28 giugno e pari a 119,31.
Calcolo cedola semestrale
Tralasciamo gli aspetti più propriamente tecnici. Ci interessa capire quale sia la cedola del BTp Italia 2030. Essa è pari allo 0,80% minimo semestrale garantito agli obbligazionisti, da calcolare sul capitale rivalutato in base alle variazioni positive dei prezzi (se esistenti) e sommata a tale variazione. Ed ecco che abbiamo che il coefficiente di indicizzazione è di 1,00651. Significa che l’aumento dei prezzi nel semestre è stato dello 0,651%.
La cedola dello 0,80% moltiplicata per tale coefficiente esita uno 0,805%. Tale tasso sommato alla rivalutazione dello 0,651% porta a una cedola complessiva lorda dell’1,4562%. Fanno 14,56 euro su ogni 1.000 euro di capitale nominale posseduto. Al netto della ritenuta del 12,50% sono 12,74 euro. Possono non sembrare tanti, ma a giugno la cedola in pagamento fu di appena lo 0,882% (7,72 euro netti su ogni 1.000 euro). Il quasi raddoppio si deve al fatto che nei mesi più recenti l’inflazione è leggermente risalita, pur restando bassa in assoluto e in relazione alla media europea.
BTp Italia 2030 sconta bassa inflazione
Chi acquistasse oggi il BTp Italia 2030, otterrebbe un rendimento reale dell’1,79%. Infatti, oltre all’1,60% minimo garantito c’è da considerare che il bond si acquista un po’ sotto la pari, a poco più di 99 centesimi nella seduta di venerdì 5 dicembre. Il titolo di stato con scadenza simile e cedola fissa offriva l’altro ieri quasi il 2,60%, cioè lo 0,80% in più. Questo spread rappresenta le aspettative d’inflazione in Italia per i prossimi cinque anni abbondanti. Il mercato sta prevedendo una crescita dei prezzi al consumo lenta anche per il medio-lungo termine. Se fosse così, avremmo un’inflazione più che dimezzata rispetto al target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea.