Il Tesoro ha comunicato il tasso di indicizzazione della prossima cedola in pagamento il 28 giugno prossimo a favore dei possessori del BTp Italia 2030 (ISIN: IT0005497000). Come sappiamo, questo bond fu emesso nel giugno dello scorso anno con durata iniziale pari a otto anni. La sua durata residua attualmente è di sette anni e poco più di un mese. Essendo la sua cedola semestrale indicizzata al tasso d’inflazione del periodo, risente anche di notevoli variazioni come avremo modo di leggere di seguito.
Il BTp Italia 2030 staccherà la sua seconda cedola il prossimo 28 giugno. La prima fu incassata dagli obbligazionista alla fine dello scorso dicembre. Coloro che sottoscrissero il bond in fase di collocamento e lo manterranno in portafoglio fino alla scadenza, riceveranno anche un premio fedeltà complessivo dell’1%. Questo, però, sarà riconosciuto per lo 0,4% del capitale nominale già dopo 4 anni (al 28 giugno del 2026) e il restante 0,6% alla scadenza del 28 giugno 2030. In altre parole, il 40% del premio fedeltà lo si potrà incassare anche rivendendo il titolo successivamente ai primi quattro anni di detenzione.
Torniamo alla cedola di giugno. Essa è pari allo 0,8% reale, cioè la metà dell’1,60% annuale fissato dal Tesoro prima del collocamento, più la variazione dell’indice FOI ex tabacchi dell’ISTAT. Tale indice segnala le variazioni dei prezzi al consumo per una famiglia-tipo di operai e impiegati. Il suo valore alla data di inizio semestre del 28 dicembre 2022 era stato fissato a 116,72258. Al 28 giugno prossimo sarà di 118,36. Chiaramente, il governo non ha la sfera di cristallo, per cui non può conoscere in anticipo quale sarà l’inflazione esatta a fine giugno. In effetti, il calcolo presenta un anticipo di due mesi. Il dato del 28 dicembre fa riferimento all’indice FOI di fine ottobre e il dato di fine giugno si riferisce alla fine di aprile.
BTp Italia, cedola annuale lorda al 9,4%
In base a tale andamento, il capitale del BTp Italia 2030 sarà oggetto di rivalutazione per 1,01403.
A dicembre, i numeri furono profondamente diversi. Poiché nel primo semestre di vita del BTp Italia 2030 si registrò un boom dell’inflazione, la rivalutazione fu del 6,382% e la cedola complessiva risultò del 7,23%. Sui 1.000 euro di cui sopra, l’obbligazionista ricevette 72,30 euro lordi, cioè 63,26 euro netti. Dunque, in un anno il titolo ha offerto un rendimento lordo del 9,4% e netto di quasi l’8,3%. Considerate che nei dodici mesi al 30 aprile scorso l’inflazione in Italia è stata del 7,9% per l’indice FOI. Dunque, l’investimento ha più che protetto il potere di acquisto del capitale. Nulla di anomalo, essendo questa la funzione dei bond indicizzati.