Tutti concentrati sul BTp Valore in emissione dalla prossima settimana, ma cosa dire di chi ha in portafoglio il BTp Italia 2030 (ISIN: IT0005497000)? Il bond indicizzato all’inflazione italiana fu collocato sul mercato nel giugno dello scorso anno. Il carovita iniziava a fare paura alle famiglie, ma nessuno avrebbe immaginato i danni al potere di acquisto nei mesi seguenti. Il titolo offre una cedola reale annua dell’1,60%, cioè dello 0,80% ogni sei mesi. E’ stato molto generoso nei primi mesi di vita, se è vero che nel dicembre 2022 la prima cedola lorda ammontò al 7,23%.
Crollo quotazione a 92 centesimi
Il problema è che oggi questo bond si acquista sul mercato secondario per appena 92 centesimi. In pratica, chi lo volesse rivendere, accuserebbe una perdita in conto capitale dell’8% rispetto alla sottoscrizione. Non è un dato entusiasmante. Anche perché tra coloro che stanno adocchiando il BTp Valore in questi giorni, vi sono certamente proprio gli attuali possessori del BTp Italia 2030, indecisi se vendere per fare spazio al nuovo bond con cedola fissa. Ma la maxi-perdita che sarebbe loro inflitta non aiuta.
In effetti, il rendimento reale del BTp Italia 2030 con il crollo della quotazione è schizzato al 2,30%. Il bond del Tesoro con cedola fissa e simile durata offriva al termine di questa settimana di negoziazioni il 4,35%. C’è una differenza di due punti percentuali pieni. Essa corrisponde al tasso d’inflazione italiana atteso in media per i prossimi sette anni dal mercato. Dunque, il carovita farebbe teoricamente molta meno paura e ciò spiegherebbe il tracollo della quotazione. E la cedola di dicembre? Proviamo a prevederla, fatto salvo che dovremmo attendere il dato sull’inflazione di ottobre per avere un’idea definitiva.
Previsione cedola dicembre BTp Italia 2030
A settembre, stando alle stime preliminari dell’Istat, l’indice dei prezzi sarebbe salito dello 0,2% mensile. Se il dato sarà confermato, possiamo immaginare un indice FOI in area 119,30. Rispetto al valore di 118,36 di inizio semestre, cioè al 28 giugno scorso, si registrerebbe un incremento di circa lo 0,80%. Esso si andrebbe a sommare alla cedola dello 0,80%. In totale, qualcosa come circa l’1,60%. Sarebbero 16 euro lordi su ogni 1.000 euro di capitale nominale, corrispondenti a circa 14 euro al netto dell’imposta.
Grosso scossoni non dovrebbero essercene. Certo, rispetto alle cedole passate possiamo ben immaginare la delusione degli obbligazionisti. Resta il fatto che in diciotto mesi, il BTp Italia 2030 avrebbe esitato un rendimento netto vicino al 10%, superiore all’inflazione del periodo. Il bond avrebbe adempiuto al proprio compito di tutelare il potere di acquisto dell’investimento.