BTp Italia 22 novembre 2028, cosa di dice sull’inflazione nei prossimi anni

Il BTp Italia novembre 2028 è un bond indicizzato all'inflazione FOI dell'ISTAT. Ecco cosa ci dice sul suo andamento futuro.
2 anni fa
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Cedola BTp Italia dicembre 2030
Cedola BTp Italia novembre 2030 © Licenza Creative Commons

Nel novembre scorso, il Tesoro emise il BTp Italia con scadenza 22 novembre 2028 (ISIN: IT0005517195). Fu il primo bond retail sotto il governo Meloni. Nel complesso, raccolse 12 miliardi di euro. E’ un’obbligazione indicizzata al tasso d’inflazione FOI dell’ISTAT. La cedola reale è dell’1,60% annuo, corrisposta su base semestrale. Previsto un premio fedeltà dello 0,80% per i sottoscrittori che manterranno il titolo in portafoglio fino alla scadenza.

Oggi, il BTp Italia 2028 si acquista sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana ad una quotazione di 99 centesimi.

Ad essa corrisponde un rendimento reale lordo dell’1,80%. Il bond del Tesoro in scadenza nel dicembre 2028 con cedola fissa offre nel frattempo un rendimento appena superiore al 3,60%. Questo significa che gli investitori stiano scontando un tasso annuo medio d’inflazione dell’1,80% per i prossimi cinque anni e mezzo.

A maggio, l’inflazione italiana è scesa al 7,6%. Stando all’indice FOI, era al 7,2%. Dunque, il BTp Italia 2028 segnalerebbe una forte discesa dell’inflazione nei prossimi anni. Addirittura, il dato medio si attesterebbe al di sotto del target BCE del 2%. Previsione un po’ azzardata, per quanto non irrealistica. A maggio, questo bond ha staccato la sua prima cedola semestrale. E’ stata del 5,023%, conseguenza della rivalutazione fissata al 4,189%. Improbabile che a novembre gli obbligazionisti incasseranno una seconda cedola altrettanto abbondante.

BTp Italia 2028, decisivo indice FOI a settembre

A tale proposito, sappiamo che l’indice FOI al 22 maggio scorso è stato fissato a 118,16129. Solo se al 22 novembre prossimo risulterà più alto, la cedola sarà rivalutata insieme al capitale. Nel caso contrario, resterà dello 0,80% lordo. A maggio, risultava salito a 118,60. Per le modalità di calcolo della rivalutazione, dobbiamo tenere d’occhio il dato di settembre. Se per allora l’indice FOI sarà superiore a circa 118,16, la rivalutazione scatterà, pur verosimilmente di poco. E ciò avverrebbe per un tasso d’inflazione annuale superiore al 4,10%.

Sotto, non ci sarebbe alcuna rivalutazione.

In ogni caso, certamente il BTp Italia 2028 nel suo primo anno di vita avrà staccato una cedola del 5,82%. Se ipotizziamo che l’indice FOI tra maggio e settembre resti invariato, la rivalutazione sarebbe all’incirca dello 0,40%. La cedola a novembre salirebbe in area 1,20% per un rendimento nell’intero anno intorno al 6,20%. Il trend dell’inflazione nei prossimi mesi dovrebbe mostrarsi calante. In un certo senso, ciò rende meno appetibili i bond indicizzati rispetto all’ultimo anno. Tuttavia, se c’è una cosa che ci ha insegnato questo boom dell’inflazione inatteso e marcato come non si vedeva da decenni, è che le cattive sorprese sono sempre dietro l’angolo. Tenere qualche BTp Italia all’interno di un portafoglio d’investimenti diversificato resta una buona idea.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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