Sta arrivando il nuovo BTp Italia e il Ministero dell’economia e finanze ne ha già comunicato i termini, facendo emergere alcune novità. Anzitutto, la scadenza. Il titolo ha durata quinquennale e non di 4 o 8 anni, com’era avvenuto con i precedenti collocamenti. La data fissata per il rimborso è il 26 maggio 2025. E il premio fedeltà, riconosciuto ai risparmiatori che abbiano acquistato il titolo in fase di emissione e lo abbiano mantenuto fino alla scadenza, raddoppia dal 4 all’8 per mille. Esso si calcola sul valore nominale del bond non rivalutato.
BTp Italia 2020, a maggio si riparte con nuove caratteristiche: ecco novità e rischi
Come sappiamo ormai da un paio di settimane, le giornate dedicate al retail salgono a tre, dal 18 al 20, mentre la mattinata del 21 maggio sarà dedicata ai soli investitori istituzionali. Gli ordini del primo verranno soddisfatti senza limitazioni e senza che il Tesoro possa concludere il collocamento in anticipo. Il tasso minimo reale annuale garantito verrà indicato il venerdì 15 maggio e sarà confermato o eventualmente innalzato la mattina del 21, prima dell’apertura della sessione dedicata agli istituzionali.
Sappiamo come questo strumento sia stato pensato per le famiglie, a tutela dei loro risparmi, essendo protetto il potere di acquisto con la previsione di una cedola agganciata all’inflazione e che, nel caso non più solo teorico di deflazione, non verrebbe tagliata rispetto al livello indicato in fase di collocamento. Per quanto allettante sia il premio fedeltà, che nei fatti garantisce all’investitore uno 0,16% in più su base annua, ammesso che tenga il bond per tutti i 5 anni, la condizione a cui guardare per valutare l’opportunità di acquisto resta la cedola reale.
Il fattore cedola reale
Da qui ai prossimi anni, il mercato non si attende un rischio inflazione in Italia, anzi prevede che la crescita dei prezzi sia praticamente azzerata, se non a tratti negativa, cioè che possiamo vivere un periodo di lieve deflazione.
Verso il nuovo BTp Italia, i segnali non incoraggianti per l’emissione del 18 maggio
In fondo, il BTp Italia deve essere pensato come una polizza assicurativa contro il rincaro dei prezzi sul mercato nazionale. Se questo evento si verifica, l’investimento si sarà rivelato azzeccato, altrimenti avremmo fatto meglio a puntare sui BTp con cedole fisse, che in tempi di bassa inflazione o di deflazione tendono ad esitare una performance migliore. Il costo di questa particolare polizza sarebbe dato dal minore rendimento ottenuto nello scenario di assenza di rischio, per cui il Tesoro dovrebbe contenerlo per spingere le famiglie ad assicurarsi contro l’inflazione, ingolosendole con una cedola minima reale non significativamente inferiore a quell’1,25% di rendimento offertoci oggi dal BTp a 5 anni ordinario.