L’inflazione italiana ad agosto è risultata leggermente inferiore alle stime preliminari dell’ISTAT, salita al 2% e non al 2,1% delle prime indicazioni. Un dato che ci tiene staccati dalla media dell’Eurozona del 3%. E queste differenze si notano anche nell’andamento dei titoli indicizzati al costo della vita. Oggi, il BTp Italia 2026 e cedola reale 0,55% (ISIN: IT0005332835) recupera un po’ dopo le perdite accusate nella seduta di ieri. A una quotazione mattutina di 107,35, offre un rendimento del -0,86%. Ad esso va sommato chiaramente il tasso d’inflazione per ottenere il rendimento nominale.
Al momento, invece, il BTp€i settembre 2026 e cedola reale 3,10% (ISIN: IT0004735152) viaggia in area 124,40 e a un rendimento del -1,42%. Per capire quale sia il tasso d’inflazione scontato dal mercato, dobbiamo guardare al BTp a 5 anni con cedola fissa. E’ un titolo zero coupon di recente emissione e in scadenza l’1 agosto 2026 (ISIN: IT000545454241). Oggi, rende poco sopra lo zero, circa lo 0,06%.
BTp Italia e aspettative d’inflazione
La differenza tra il rendimento del BTp con cedola fissa e dei titoli indicizzati ci fornisce proprio l’inflazione attesa mediamente per i prossimi 5 anni. Essa sarebbe, quindi, poco sopra lo 0,90% per l’Italia e quasi all’1,50% per la media dell’Eurozona. Infatti, il BTp Italia è indicizzato all’inflazione italiana, contrariamente al BTp€i, legato al dato dell’Area Euro. Che l’inflazione attesa nel Bel Paese sia inferiore di quella dell’Eurozona non è una novità da qualche anno a questa parte. La previsione più debole riflette con ogni probabilità il minore dinamismo percepito della nostra economia.
Fa specie che neppure il rimbalzo del PIL superiore alle attese nel nostro Paese stia surriscaldamento le aspettative d’inflazione a livelli almeno prossimo al target BCE del 2%. In un certo senso, i mercati si aspettano che dopo questo recupero più veloce del previsto delle perdite accusate a causa del Covid, l’Italia torni a camminare lentamente come negli ultimi tre decenni.