Si terrà dal 6 al 9 marzo il prossimo collocamento del BTp Italia con scadenza 14 marzo 2028. Il venerdì 3 marzo sarà comunicato dal Ministero di economia e finanze il tasso minimo garantito. Esso potrà essere aumentato al termine della Fase 1, cioè dopo la seduta di mercoledì, quando si concluderanno le sottoscrizioni riservate alle persone fisiche o retail. E’ previsto anche stavolta un premio fedeltà dello 0,80% del capitale sottoscritto, il quale sarà corrisposto alla scadenza nel caso in cui il sottoscrittore manterrà il bond in portafoglio fino ad allora.
Il BTp Italia è un titolo di stato indicizzato all’inflazione FOI ex tabacchi dell’ISTAT. In che modo? Ogni sei mesi, il Tesoro versa all’obbligazionista l’eventuale rivalutazione del capitale rispetto alle variazioni dell’indice FOI su base semestrale. E la stessa cedola sarà calcolata sul capitale rivalutato.
Facciamo un esempio pratico. Supponiamo che in data 15 febbraio arrivi in pagamento la cedola di un BTp Italia con tasso annuo minimo del 2% (Attenzione: il semestre considerato dal Tesoro non può coincidere con i mesi esatti delle scadenze. La ragione è semplice: l’inflazione di febbraio la conosceremo solo a metà marzo in via definitiva. Le modalità di calcolo un po’ complesse fanno sì che l’indice FOI faccia riferimento sempre a un paio di mesi prima. Nell’esempio proposto, nel semestre agosto-febbraio avremmo la rivalutazione relativa effettivamente al periodo giugno-dicembre).
Esempio rivalutazione cedola e capitale
Supponiamo anche nel semestre in corso, l’indice FOI sia salito da 110 a 118, cioè del 7,27% (118/110). Ecco come avviene la rivalutazione su un bond di 1.000 euro:
- capitale rivalutato: 1.000 x 1,0727 = 1.072,70 euro
- cedola semestrale: (2%/2) x 1.072,70 = 10,73 euro
- rivalutazione capitale: 1.072,70 – 1.000 = 72,70 euro
- rivalutazione complessiva: 10,73 + 72,70 = 83,43 euro.
- tasso rivalutazione: 83,43 / 1.000 = 8,34%
Come potete notare, la rivalutazione risulta un po’ più alta del calcolo semplicistico che siamo portati ad effettuare sommando l’inflazione alla cedola. Nel caso specifico, avremmo dovuto sommare 1% + 7,27% = 8,27%. Ciò è dovuto al fatto che la cedola semestrale è calcolata sul capitale già rivalutato.
La mancata rivalutazione in questi casi manda in confusione molti investitori in BTp Italia. Essi sostengono, infatti, di non vedersi riconosciuta l’inflazione patita. Chiariamo il punto una volta per tutte: l’inflazione a cui l’obbligazionista ha diritto di vedersi riconosciuta ai fini della rivalutazione è quella di semestre in semestre. Conta, cioè, la variazione dei prezzi al consumo registrata dall’indice FOI di sei mesi in sei mesi. Non bisogna guardare all’inflazione annua. Nell’esempio considerato, se a febbraio l’inflazione annuale fosse del 10%, non è quella che dobbiamo considerare per lo stacco della cedola. Del resto, se si trattasse del primo pagamento, avrei investito solamente sei mesi prima e, in ogni caso, sei mesi prima avrei già incassato la rivalutazione relativa al semestre precedente.
Cedola attesa per BTp Italia marzo 2028
Per quanto riguarda il nuovo BTp Italia a 5 anni in emissione tra poche settimane, la cedola attesa è attualmente nell’ordine del 2%. Infatti, dal BTp Italia novembre 2028 emesso tre mesi fa emerge che l’inflazione attesa nella media dei prossimi cinque/sei anni sfiora l’1,60%. Allo stesso tempo, il BTp con cedola fissa in scadenza a fine 2028 offre un rendimento di quasi il 3,60%. La differenza tra i due bond segnala per l’appunto un’inflazione attesa del 2%. E poiché nel marzo 2028 scade un BTp con cedola fissa anch’esso con rendimento intorno al 3,60%, servirebbe alle attuali condizioni di mercato una cedola reale almeno del 2% per rendere attrattivo il bond indicizzato.