Domani, mercoledì 24 aprile, per il Tesoro non sarà soltanto giornata dedicata all’asta per la riapertura di tre Bot in circolazione, bensì anche una data di pagamento. C’è da staccare la penultima cedola del BTp Italia con scadenza 24 ottobre 2024 (ISIN: IT0005217770). Si tratta, come molti di voi già sapranno, di un bond governativo indicizzato al tasso d’inflazione italiana. Nello specifico, di semestre in semestre la cedola prevede un tasso minimo garantito a cui va sommata l’inflazione del periodo.
Calcolo della cedola in pagamento mercoledì 24 aprile
Il BTp Italia 2024 in scadenza ad ottobre riconosce un tasso annuale lordo minimo dello 0,35%. Questo significa che l’obbligazionista otterrà non meno dello 0,35%, anche nel caso in cui l’inflazione nell’anno risultasse nulla o negativa. Per domani, l’indice Foi è stato fissato dall’Istat a 119,3. Il 24 ottobre scorso, cioè all’inizio del semestre in scadenza, era di 118,99677. Pertanto, si è registrato un aumento dei prezzi al consumo dello 0,255%.
In base a tali calcoli, il BTp Italia 2025 riconoscerà una cedola semestrale dello 0,1754%, comprensiva dell’indicizzazione, nonché una rivalutazione del capitale dello 0,255%. Sommando i due addendi, otteniamo una cedola complessiva dello 0,4304%. Su ogni 1.000 euro di capitale nominale posseduto, l’obbligazionista riceverà un accredito lordo di 4,30 euro. Al netto della trattenuta fiscale del 12,50%, saranno 3,76 euro.
Inflazione più alta del rendimento netto dall’emissione
Il BTp Italia 2024 venne emesso nell’ottobre del 2016, cioè con una durata iniziale di otto anni, la massima prevista per questo genere di titoli di stato nel nostro Paese. Dall’emissione ha staccato cedole, compresa quella di domani, per complessivi 204,46 euro per un investimento nominale di 1.000 euro. Il rendimento lordo in questi sette anni e mezzo risulta essere stato cumulativamente del 20,45%. Il rendimento netto scende al 17,89%.
BTp Italia 2024 a confronto con il bond ordinario
C’è da dire che l’alternativa con cedola fissa al tempo dell’emissione sarebbe stata ben peggiore. In quel periodo, infatti, il rendimento del BTp a 8 anni si attestava a poco più dell’1%. In questo periodo, l’investitore avrebbe ottenuto il 7-8% netto, perdendo oltre una decina di punti percentuali in termini reali per via dell’inflazione. Quanto all’ultima cedola in pagamento nell’ottobre prossimo, la rivalutazione scatterà solo con un indice Foi superiore a 119,3. Per le modalità di calcolo di cui abbiamo spesso dissertato, questo è il valore che dovrà essere raggiunto entro agosto. Assai verosimile che risulterà ben superiore. Se si fermasse esattamente a tale valore, l’inflazione annuale in Italia risulterebbe quasi azzerata. Auspicabile, ma poco realistico.