Perché sono i BTp a lungo termine a cedere di più dopo la BCE di ieri

I BTp a lungo termine hanno pagato di più la prudenza ostentata dalla BCE nel tagliare i tassi di interesse. Vediamo perché.
7 mesi fa
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Oat a 10 anni al 3% sui dati del lavoro Usa
Oat a 10 anni al 3% sui dati del lavoro Usa © Licenza Creative Commons

Ieri è stata una giornata strana. La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato di avere tagliato i tassi di interesse dello 0,25%, ma il clima sui mercati non è stato tra i più positivi. Lo spread è risalito sopra 130 punti base, mentre i BTp a lungo termine hanno ceduto fino all’1%, come nel caso del bond del Tesoro con scadenza 2072. In effetti, c’è stato l’abbassamento del costo del denaro, ma non quella che in questi casi dovrebbe definirsi “svolta” monetaria. Già dal prossimo appuntamento di luglio non sappiamo cosa farà Francoforte.

Ad oggi è improbabile un secondo taglio. L’istituto conferma la sua linea “data dependent”.

Taglio tassi BCE senza svolta

Anzi, nel comunicato ufficiale ha alzato le stime sull’inflazione per quest’anno e il prossimo. Questo aspetto pregiudicherebbe le prossime mosse. Di fatti, già prima del board il mercato stava scontando un secondo taglio dei tassi a settembre. I BTp a lungo termine potrebbero pagare il prezzo maggiore nelle prossime settimane di questa non svolta. I loro rendimenti riflettono le aspettative d’inflazione, mentre i rendimenti a breve termine scontano la politica monetaria.

Ebbene, se l’inflazione nell’Eurozona è attesa più alta, almeno per le stime ufficiali, il mercato potrebbe prenderne atto. Ciò implica che la BCE non abbasserà troppo velocemente i tassi, per cui anche i rendimenti a breve tenderanno a rimanere relativamente elevati. Ma se ciò accade, anche i BTp a lungo termine limiteranno gli apprezzamenti nei prossimi mesi o potranno persino cedere qualcosa se sconteranno un allentamento monetario più debole delle passate previsioni.

BTp a lungo termine senza direzione

In parte, è già accaduto. Se prendiamo come riferimento massimo per i BTp a lungo termine la scadenza del 2072, ci accorgiamo che la quotazione a fine dicembre arrivò a 64,30 centesimi. Era a 49,10 centesimi ai minimi di ottobre. Ieri, si attestava a 60,51.

In pratica, il mercato obbligazionario aveva inizialmente scontato una discesa rapida di inflazione e tassi, dopodiché aveva rivisto al rialzo le prospettive e i prezzi erano tornati a scendere. Dopo ieri, la direzione sarà ancora più incerta.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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