Giornata positiva per i titoli di stato, malgrado la Federal Reserve abbia allontanato il primo taglio dei tassi di interesse. La banca centrale americana ha, tuttavia, annunciato la decelerazione del ritmo con cui sta riducendo il suo bilancio. E questo si tradurrà in maggiori reinvestimenti di T-bond in scadenza per 35 miliardi di dollari al mese dal prossimo giugno. Tra i bond che stanno beneficiando maggiormente degli acquisti in queste ore c’è il BTp 1 marzo 2048 con cedola fissa 3,45% (ISIN: IT0005273013).
Quotazione quasi dimezzata dai massimi
Questo titolo di stato debuttò sul mercato nel 2017 come trentennale.
Ai prezzi attuale il BTp 2048 offre un rendimento lordo del 4,25%. In ottobre, offriva l’1,30% in più. Il mercato ha scontato da allora un taglio dei tassi a lungo termine, che ne ha fatto salire il prezzo. La performance è stata migliore di scadenze più corte come il decennale. Infatti, il premio sul BTp a 10 anni si è ristretto da ottobre di una quindicina di punti base. E d’ora in avanti? Affinché la quotazione si apprezzi ulteriormente, è necessario che la Banca Centrale Europea (BCE) sorprenda il mercato con un taglio dei tassi più vigoroso del previsto.
Prospettive tassi BCE
Ad oggi, è escluso che possa accadere. Molto probabile che a giugno il costo del denaro scenda di un quarto di punto percentuale, mentre a luglio l’istituto si prenderebbe una pausa.
Fatte queste premesse, il BTp 2048 non ha per il momento grossi margini di apprezzamento. D’altra parte, vanta una “duration” elevata di oltre 15 anni. A fronte di un rendimento in calo dell’1%, la quotazione salirebbe del 15%. Questo significa, quindi, che nel caso in cui l’inflazione proseguisse la discesa nei prossimi mesi, la BCE avrebbe modo di attuare un taglio dei tassi più deciso e ciò andrebbe a beneficio dei bond, specie lunghi come questo.
BTp 2048 su anche con calo spread
A parità di prospettive sui tassi, un restringimento degli spread farebbe ugualmente bene al BTp 2048. Il rendimento tedesco per la medesima scadenza si aggira a meno del 2,70%. Dunque, siamo in presenza di un premio nell’ordine dei 160 punti base o 1,60%. Se il mercato trovasse maggiore fiducia nel debito pubblico italiano da qui a pochi mesi, a meno che la BCE sui tassi non si mostrasse più “falco”, i prezzi avrebbero modo di muoversi ugualmente verso l’alto.