E’ stata l’emissione del record di sempre, con 131 miliardi di euro di ordini contro gli 8 offerti dal Tesoro. Il BTp 1 ottobre 2054 (ISIN: IT0005611741) sembra essere nato sotto una buona stella. Già il giorno stesso che debuttava sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, la quotazione saliva vistosamente sopra la pari. L’avvio delle contrattazioni, infatti, ha coinciso con un momento molto positivo per i titoli di stato italiano. La Banca Centrale Europea (BCE) tagliava i tassi di interesse per la seconda volta e la Federal Reserve dopo qualche giorno avrebbe fatto altrettanto e di ben lo 0,50%.
Spread in calo con Bund
Il BTp 2054 al termine di questa settimana quotava sopra 106, segnando un apprezzamento del 6,77% rispetto all’emissione di 99,35 centesimi. Il rendimento è sceso appena sotto il 4%, al 3,99%. Siamo al -0,37% in appena due mesi e mezzo. Che non è neanche tanto, ma sufficiente per smuovere le quotazioni in maniera cospicua, offrendo soddisfazioni ai possessori. Lo spread con il Bund a 30 anni della Germania si aggirava a quasi 195 punti base o 1,95% all’emissione. Venerdì scorso, scendeva a poco più di 165 o 1,65%. Il calo del differenziale è stato di 28 punti o 0,28%, superiore ai 20 punti o 0,20% della scadenza decennale nello stesso periodo di tempo.
Premio su BTp 10 anni giù con taglio dei tassi
Il boom del BTp 2054 sconta non solo il taglio dei tassi avvenuto ad ottobre dello 0,25% (diamo per acquisito nel prezzo di aggiudicazione il taglio dei tassi di due giorni dopo l’emissione), ma anche parte del taglio assai probabile a dicembre. Ad essere onesti, sembra esserci un buon margine per un ulteriore apprezzamento, specie nel caso in cui la BCE sorprendesse con una riduzione del costo del denaro di mezzo punto percentuale. Al collocamento sindacato il bond offrì un premio di 85 punti base o 0,85% sul BTp a 10 anni, mentre attualmente questo si aggira sotto 70.
Dal debutto sul secondario sono stati oltre 65.000 i contratti scambiati per un controvalore di 2,85 miliardi di euro. Relativamente alto il contratto medio, pari ad oltre 43.600 euro. Confermerebbe un interesse preponderante tra gli investitori istituzionali per il BTp 2054. Effettivamente, i titoli a lunghissima scadenza sono poco diffusi tra gli investitori privati, che puntano principalmente sulle scadenze medio-brevi. Data la duration modificata di quasi 17 anni, se i tassi (e i rendimenti) scendessero nel medio periodo di un altro 1,25%, come si aspetta il mercato, la quotazione salirebbe di un ulteriore 20%. Sarebbe un guadagno stellare per gli investitori in così poco tempo.
Cauto ottimismo sul BTp 2054
Verosimile un rendimento del 2,75%? Si tratterebbe di tornare ai livelli di inizio primavera del 2022. La BCE non aveva ancora iniziato ad alzare i tassi, ma il mercato fiutava la stretta. Basti pensare che la scadenza trentennale aveva debuttato quell’anno con un rendimento inferiore al 2,20%. E l’inflazione italiana in quei mesi gironzolava anche sopra il 6% per quasi raddoppiare nell’autunno seguente. Nel mese di novembre, per quanto in aumento, risultava all’1,4%. A meno di un nuovo shock dell’energia, difficile che i prezzi galoppino nei prossimi mesi con un’economia nell’Eurozona sostanzialmente stagnante. Tutti dati che ci consentono di guardare con cauto ottimismo alle future quotazioni del BTp 2054 per il medio termine.