In data odierna, il Tesoro ha raccolto tutti i 2,75 miliardi di euro massimi preventivati alla vigilia con l’emissione del BTp short term del 28 gennaio 2026 e cedola annua lorda del 3,20% (ISIN: IT0005584302). Gli ordini sono stati pari a 4,01 miliardi e il rapporto di copertura è risultato di 1,46. Il prezzo di aggiudicazione esitato è stato di poco sotto la pari, a 99,85 centesimi, corrispondente a un rendimento lordo annuo del 3,31%. Al collocamento del 23 febbraio scorso, il debutto avvenne al 3,41%.
Terza tranche in emissione
Dopo il grande successo del BTp€i 2036, che ha attirato ieri ordini record per un bond indicizzato in Europa, il Tesoro torna ad offrire nuovi titoli di stato a ritmi sostenuti.
Ecco le condizioni di mercato
Il BTp short term gennaio 2026 debuttò sul mercato sovrano italiano a febbraio, cioè meno di un mese fa e, pertanto, con una durata iniziale di 23 mesi. Stacca la cedola ogni sei mesi, per l’esattezza ogni 28 gennaio e 28 luglio dell’anno. La prima sarà pagata agli obbligazionisti in formato “mini”. Infatti, il prossimo 28 luglio sarà dell’1,336264% e non dell’1,60% quale dovrebbe essere ordinariamente. Ciò si deve al fatto che il possesso riguarderà 152 giorni dall’emissione di febbraio su un semestre teorico di 182 giorni.
E veniamo alle condizioni di mercato del BTp short term. Sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, tratta appena sotto la pari, in area 99,80 centesimi. Questa è una buona notizia per gli investitori. Significa, infatti, che per inserire in portafoglio un lotto minimo di 1.000 euro, dovranno versare allo stato poco meno di quella cifra, per essere precisi 998 euro.
BTp short term investimento-ponte
Al netto della ricevuta fiscale del 12,50%, il rendimento scende intorno al 2,90%. Considerato che parliamo di una scadenza medio-breve, un livello più che accettabile. D’altronde, chi volesse acquistare un BTp short term, lo farebbe più che altro per impiegare la liquidità in alternativa a un conto bancario infruttifero e senza assumersi rischi consistenti. Il vero rischio consisterebbe allo stato attuale nel cristallizzare l’investimento in un asset poco redditizio, quando nei prossimi mesi si affaccerebbero sul mercato opportunità migliori. Con il taglio dei tassi di interesse in vista, i prezzi tornerebbero a salire, specie sul tratto medio-lungo della curva. A meno di volersi tenere alla larga dagli investimenti speculativi a lunga scadenza, sarebbero buone occasioni per cercare di elevare il rendimento del portafoglio.