Giornata di rialzo per lo spread, che nella tarda mattinata odierna torna a superare la soglia dei 170 punti base. Il BTp a 10 anni offre un rendimento superiore al 4,25%, segnando un aumento dello 0,02% rispetto a venerdì scorso. Peggio stanno facendo i bond di Spagna e Grecia, dove gli spread con la Germania si allargano di più che in Italia, pur rimanendo nettamente inferiori al nostro. Il mercato è in attesa di capire quali saranno le prossime mosse della Banca Centrale Europea, chiamata ad esprimersi sui tassi di interesse il prossimo 14 settembre.
Aspettative d’inflazione restano sopra target BCE
Come sappiamo, il BTp€i a 10 anni è indicizzato all’inflazione Eurostat. Quest’oggi al Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si acquista per 83,60 centesimi. A questo prezzo, il rendimento reale alla scadenza risulta essere di circa il 2%. Ma abbiamo detto che il BTp a 10 anni con cedola fissa offre più del 4,25%. A cosa si deve questa differenza di quasi il 2,30%? Al tasso medio annuo d’inflazione attesa nell’Eurozona. Dunque, il mercato si aspetta che i prezzi al consumo nell’unione monetaria crescano anche per il medio-lungo periodo sopra il target.
A conferma di quanto diciamo viene in soccorso il Bundei decennale tedesco. Anche in questo caso, trattasi di un decennale agganciato all’inflazione Eurostat. Attualmente, offre lo 0,15% contro il 2,55% del Bund con cedola fissa e pari durata. Di fatto, anche gli investitori tedeschi scontano un’inflazione media annua del 2,40% per l’unione monetaria, nettamente sopra il target.
BTp€i 10 anni, rivalutazione capitale da data emissione
Tornando al BTp€i a 10 anni, dicevamo che oggi si acquista per 83,60 centesimi.
Ribadiamo una differenza notevole con il BTp Italia in fase di rivalutazione del capitale. A parte che questi è indicizzato all’inflazione italiana, il BTp€i accredita all’investitore l’intera inflazione a cui risulta agganciato in un’unica soluzione alla scadenza. Con il BTp Italia, invece, l’accredito avviene ogni semestre. Ciò fa sì che l’indicizzazione in fase di acquisto possa risultare elevata, specie per i bond emessi molti anni prima. Infatti, l’acquirente dovrà riconoscere al venditore tutta l’inflazione cumulata sin dalla data di emissione sulla base degli indici Eurostat.