Il Tesoro ha annunciato l’emissione in asta di questo giovedì 26 maggio della quarta tranche del BTp€i a 10 anni, scadenza 15 maggio 2033 e cedola reale 0,1% (ISIN: IT0005482994). L’importo offerto sarà compreso tra un minimo di 750 milioni e un massimo di 1,25 miliardi di euro. Il titolo è stato emesso per la prima volta agli inizi di quest’anno con data di godimento fissata a partire dal 15 novembre 2021. Questo significa che pochi giorni fa è stata staccata la prima cedola semestrale ed è stata piena.
BTp€i a 10 anni, confronto con bond ordinario
Attualmente, sul mercato secondario il BTp€i 2033 esibisce una quotazione attorno a 92 centesimi, pari a un rendimento lordo reale in area 0,9%. Esso si confronta con circa il 2,9% offerto dal BTp con cedola fissa e simile durata. Dunque, il differenziale del 2% segnalerebbe il tasso d’inflazione atteso da qui ai prossimi 11 anni nell’unione monetaria. Ed è perfettamente in linea con il target BCE. Tirando le somme, gli obbligazionisti non si aspetterebbero alcuna inflazione elevata perdurante a lungo. D’altra parte, prima del Covid si attendevano tassi d’inflazione nel medio-lungo periodo ben inferiori.
Gli obbligazionisti italiani avrebbero tutta la convenienza ad acquistare il BTp€i 2033 nel caso in cui pensassero che l’inflazione nell’Eurozona sarà più alta di quella italiana. Infatti, il loro bond sarebbe così indicizzato alla più alta inflazione Eurostat, consentendo loro di beneficiare di rendimenti reali superiori. D’altra parte, se l’inflazione nell’area si rivelasse inferiore a quella attesa, avremmo sprecato l’opportunità di inserire in portafoglio i più redditizi BTp con cedola fissa.
Protezione dall’inflazione
In questa fase, i bond indicizzati all’inflazione sono molto ricercati per via della drastica perdita di potere d’acquisto accusata dalle famiglie negli ultimi mesi.