Una delle più importanti analisi sul possibile andamento macroeconomico italiano e globale per il 2022 è stato sviluppato dagli esperti di Intesa Sanpaolo. Esattamente nello studio ‘Outlook sull’economia 2022’ ed il il focus è su investimenti, consumi, shock energetici e inflazione. Il primo dato decisivo è che a livello globale la crescita sarà in calo in tutto il biennio 2022/2023. Si attende infatti volatilità nei mercati finanziari e poco spazio di manovra per politiche fiscali di carattere espansivo. Le incertezze maggiori riguardano ovviamente l’andamento della pandemia.
Investimenti, inflazione e consumi: cosa ci attende nel 2022? Lo scenario possibile per l’Italia
Secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo, come comunica anche Ilcorriere.it, per quanto riguarda l’Italia, è possibile che nei prossimi mesi si assista a una ricomposizione della crescita, trainata soprattutto dai consumi che potrebbero far segnare un importante +5%. Nel 2022, gli investimenti potrebbero rallentare, rispetto ai ritmi vertiginosi del 2021, ma grazie alle politiche fiscali e ai programmi connessi al Pnrr dovrebbero comunque mantenersi a ritmi elevati.
L’inflazione dovrebbe poi rimanere superiore al 2% per tutto l’arco del 2022, ma si prevede un calo all’1,8% nel 2023. La maggiore incognita sui prezzi è data dalla possibilità di shock energetici e dalla imprevedibilità della situazione pandemica. Ed è proprio su questi ultimi due punti che il rapporto di Intesa Sanpaolo si sofferma.
Ondate Covid e shock energetici: quali incognite per l’economia italiana nel 2022?
Le prospettive di crescita sono oggettivamente positive, ma ci sono due incognite che devono essere considerate, per elaborare uno scenario complessivo. La prima incognita è rappresentata dalle ondate della pandemia da Covid: non sembra esserci nell’aria la possibilità di nuove chiusure, ma la maggior prudenza nei comportamenti da parte delle persone potrebbe rappresentare un freno per la crescita, soprattutto nell’ambito dei servizi, uno dei settori trainanti dell’economia nazionale.
La seconda incognita è connessa alla difficoltà di reperimento di materie prime e componenti, situazione che va messa in connessione con gli shock energetici che potrebbero verificarsi in tutta Europa. In questo caso, è ovviamente il settore industriale a rischiare maggiormente. La crescita dei costi dell’energia con il conseguente aumento di spesa da parte delle famiglie per energia elettrica e gas potrebbero portare a un calo dei consumi e, con effetto domino, portare a minori investimenti.
Leggi anche: Bollette 2022, aumenti record: 55% luce e 41,8% gas, quanto spenderà in più ogni famiglia?
[email protected]