Mentre a Roma c’è apprensione sui ritardi per l’erogazione della terza rata del Pnrr, il governo Meloni sta già occupandosi della quarta da 16 miliardi di euro. Corre il serio rischio che slitti al 2024, aumentando la pressione sul Ministero di economia e finanze. Per ogni euro in meno incassato dall’Unione Europea rispetto alle previsioni, infatti, il Tesoro dovrà emettere titoli di stato per evitare che l’ammanco gravi sulla crescita dell’economia italiana. E già per quest’anno le emissioni sono da record: circa 500 miliardi di euro lordi, al fine di rifinanziare le scadenze e coprire il deficit fiscale atteso nell’ordine dei 90 miliardi.
Finora lo spread ha tenuto abbastanza bene. E’ vero che i rendimenti dei bond sovrani di Spagna, Portogallo e persino Grecia stanno facendo molto meglio, ma nell’autunno scorso erano forti le preoccupazioni circa la capacità dell’Italia di reggere all’aumento dei tassi d’interesse e alla possibile recessione economica provocata dalla crisi energetica. Giugno è stato un mese particolarmente positivo per i nostri titoli di stato. Lo spread è arrivato a scendere sotto 155 punti base, ai livelli più bassi dalla primavera dello scorso anno. Adesso, abbiamo un’ulteriore notizia a confermare la positività di questo trend.
Titoli di stato in calo nel portafoglio BCE
Nel mese di giugno, la Banca Centrale Europea (BCE) ha ridotto i titoli di stato italiani in portafoglio con il Quantitative Easing di 2,16 miliardi di euro su una riduzione complessiva di 10,5 miliardi. Soltanto i bond di quattro paesi sono diminuiti in valore assoluto. Oltre all’Italia, quelli di Germania (-7,79 miliardi), Belgio (-2,92 miliardi) e Finlandia (-61 milioni). Malgrado ciò, lo spread con i Bund a 10 anni è sceso dai 180 punti base di fine maggio a una media di 165 punti a giugno. Questo significa che le riduzioni nette della BCE sono state più che compensate sul mercato dai maggiori acquisti degli investitori privati.
Non è difficile capire chi abbia comprato i titoli di stato dell’Italia. A giugno c’è stato il collocamento del primo BTp Valore con scadenza 2027. Le prenotazioni hanno superato la cifra record dei 18 miliardi tra le famiglie. Ed è verosimile che il canale retail abbia acquistato nel frattempo altri bond sovrani tricolori per approfittare dell’aumento dei rendimenti, come non si vedevano più da anni. I dati del debito pubblico in agosto dovrebbero confermare il forte balzo degli acquisti di BTp tra gli investitori individuali nel mese di giugno.
Dalla fine del 2022, la BCE ha ridotto la quantità di titoli di stato italiani in portafoglio di appena 3,8 miliardi su un totale di -46,53 miliardi. In altre parole, il solo mese di giugno ha pesato per oltre il 57% delle riduzioni di quest’anno per i nostri bond. Evidentemente, a Francoforte hanno notato con favore la resilienza rispetto alle condizioni di mercato complessivamente avverse. I funzionari della BCE si saranno sentiti relativamente ottimisti sulla tenuta dei nostri titoli di stato a fronte di un’accelerazione delle riduzioni.