La domanda che tutti si pongono è se scegliere i buoni fruttiferi postali o i libretti di risparmio postale se si ha una piccola somma da investire. Ricordiamo che entrambi sono garantiti dallo Stato Italiano e non hanno alcun costo di gestione, di chiusura e di apertura eccetto gli oneri di natura fiscale.
Investimento di 10 mila euro: scegliere bfp o libretti di risparmio?
Con un investimento di 10 mila euro in 10 anni in buoni fruttiferi ordinari si maturano interessi lordi di 201,66 euro mentre la ritenuta fiscale è di 25,21.
Sul libretto postale, invece, si ha una perdita netta in quanto esso genera interessi bassissimi di circa lo 0,1% nel caso di quelli ordinari. Essi maturano come si sa dal giorno del versamento e fino alla data in cui si estingue il libretto con una capitalizzazione annua al 31 dicembre. Tale tasso nominale annuo lordo dello 0,01% è in vigore dal 18 febbraio 2019. C’è poi da calcolare l’imposta di bollo di 34,20 euro per persona fisica se c’è giacenza media annua complessiva di tutti i libretti non superiore a 5.000 euro e la ritenuta del 26% sugli interessi. Nel caso di persona giuridica si arriva invece a 100 euro per l’imposta di bollo.
Ricordiamo, che per aprire un libretto di risparmio postale ordinario è necessario recarsi presso un ufficio postale e portare con sé un documento di identità valido nonché il codice fiscale. I bfp possono invece essere sottoscritti online se si è titolari di un libretto smart con le funzionalità dispositive del servizio di “RisparmioPostale Online” attive oppure direttamente presso gli uffici di Poste Italiane.
Il suggerimento è quindi quello di valutare attentamente gli strumenti per investire il proprio denaro magari trovando delle valide alternative che rendono maggiormente e che danno la medesima sicurezza dei buoni fruttiferi postali.
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