Buoni fruttiferi postali “a termine” del 1986, 1987 e 1988: è possibile il rimborso anche se prescritti?

Per i buoni fruttiferi postali “a termine” del 1986, 1987 e 1988 è possibile chiedere il rimborso anche se prescritti? Risponde a questo quesito Poste Italiane.
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2 anni fa
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Foto © Pixabay

I buoni fruttiferi postali sono da sempre uno degli strumenti preferiti dagli italiani per investire il proprio denaro. Il motivo principale è che essi non avevano e non hanno costi per la sottoscrizione e nemmeno per il rimborso. Piacevano molto di più nel passato, soprattutto nei meravigliosi anni ottanta, perché offrivano dei tassi di interessi discreti. Al momento del rimborso, infatti, si poteva davvero realizzare un sogno come quello di acquistare una piccola auto o concedersi la tanto agognata vacanza.

Pian piano, poi, i tassi sono peggiorati fino a toccare i minimi dello scorso luglio.

Complice l’inflazione, però, Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di ritoccare (al rialzo) i tassi che sono tornati così ad essere di nuovo competitivi anche se non come prima. Un ulteriore aggiornamento c’è stato il 27 ottobre scorso per cui i buoni fruttiferi postali sono tornati nelle grazie degli italiani. Nel caso di titoli “a termine” del 1986, 1987 e 1988 si chiede se è ancora possibile richiedere il rimborso anche se risultano prescritti. A questa domanda, risponde Poste Italiane, vediamo in che modo.

Prescrizione titoli a “termine”

Poste Italiane comunica che non è possibile chiedere il rimborso dei buoni fruttiferi postali prescritti. Bisogna quindi mettersi l’animo in pace in quanto si è perso il diritto a riscuotere sia il capitale investito che gli interessi nel frattempo maturati. I titoli emessi fino al 13 aprile 2001, inclusi quelli a termine emessi nel periodo 1986-1988, sono stati infatti trasferiti al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La dematerializzazione, però, ha permesso di superare questo problema. La prescrizione, infatti, per i buoni dematerializzati non sussiste perché il pagamento del capitale e degli interessi avviene in automatico sul conto di regolamento che può essere un conto BancoPosta o un libretto di risparmio con la stessa intestazione del titolo. Chi sceglie questo genere di buono, quindi, non ha più l’incombenza di presentare il titolo cartaceo per poterlo incassare.

I buoni ordinari degli anni ‘80

Chi ha dei buoni fruttiferi postali del 1986, 1987 e 1988 può ancora incassarli. È vero che sono scaduti ma entro il termine di prescrizione, che è il 31 dicembre 2026 per i primi, il 2027 per i secondi e il 2028 per i terzi, è sempre possibile richiedere capitale e interessi maturati.

I titoli ordinari emessi fino al 27 dicembre 2000 (serie Z), infatti, duravano 30 anni mentre quelli emessi dopo, dalla serie A1 in poi hanno invece una durata ventennale. Poste precisa inoltre che mentre i buoni fruttiferi ordinari a 30 anni maturavano interessi per bimestri conclusi di anzianità fino al 31 dicembre dell’anno solare di scadenza del titolo, per quelli a 20 anni il meccanismo cambia. Cessano infatti di essere fruttiferi esattamente alla scadenza del ventesimo anno. La prescrizione, poi, entro la quale assolutamente va chiesto il rimborso, scatta dopo dieci anni dalla scadenza.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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