Buoni fruttiferi postali: cos’è la clausola Cpfr

Ecco cos’è la clausola Cpfr nei buoni fruttiferi postali, le differenze tra titoli cartacei e dematerializzati e come evitare la prescrizione.
9 mesi fa
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Buoni fruttiferi postali: tassazione e rendimento
Foto © Pixabay

I buoni fruttiferi postali sono un prodotto di investimento finanziario italiano che ha una lunga storia. Sono molto popolari tra gli italiani perché offrono un rendimento garantito e perché, da sempre, sono considerati un investimento sicuro. Per chi non lo sapesse, essi sono stati introdotti nel 1925 come cedole nominative che non potevano essere trasferite. Queste ultime avevano un valore stabilito e dovevano essere acquistate e custodite dagli utenti che poi alla scadenza potevano recarsi in Posta per la riscossione.

Buoni fruttiferi postali cartacei e dematerializzati

I buoni fruttiferi postali possono essere emessi in forma cartacea o dematerializzata. La prima è rappresentata da titoli cartacei, mentre la seconda è costituita da registrazioni contabili di un credito in favore del titolare nei confronti dell’emittente.

Il suggerimento è quello di scegliere sempre i buoni fruttiferi postali dematerializzati. Sono infatti più convenienti rispetto a quelli cartacei perché evitano la prescrizione.

Per chi non lo sapesse, quest’ultima rappresenta il termine entro il quale il diritto al rimborso del buono si estingue. Come spiega il Ministero del Tesoro, i diritti dei titolari dei buoni fruttiferi postali si prescrivono a favore dell’emittente trascorsi dieci anni dalla data di scadenza del titolo per quanto riguarda il capitale e gli interessi. In altre parole, i buoni fruttiferi postali cartacei si prescrivono trascorsi dieci anni dalla relativa data di scadenza, determinando la decadenza dal diritto al rimborso sia del capitale investito che degli interessi maturati. I dematerializzati, invece, come spiegato, non hanno scadenza e quindi non sono soggetti a prescrizione.

La clausola Cpfr nei bfp

A chi si chiede cosa significa la dicitura CPFR sui bfp, rispondiamo che tale termine significa con pari facoltà di rimborso. Si tratta di una clausola presente nei buoni fruttiferi postali cointestati. Grazie a essa, ogni intestatario può richiedere autonomamente il rimborso del titolo. Per fare ciò sarà sufficiente presentare il titolo cartaceo dell’atto della richiesta.

Ricordiamo che la cointestazione dei buoni a più soggetti è ammessa a patto che questi non siano più di quattro, e con facoltà di rimborso disgiunto per ciascuno intestatario. Va comunque annoverata la possibilità di escludere questa facoltà al momento della sottoscrizione. Di contro non sono ammesse cointestazioni tra soggetti maggiorenni e minorenni, né tra soggetti minorenni.

In conclusione…

1. I buoni fruttiferi postali sono un prodotto di investimento finanziario italiano che offre un rendimento garantito per cui dai risparmiatori è considerato un investimento sicuro
2. I bfp possono essere emessi in forma cartacea o dematerializzata. Quest’ultima è più conveniente rispetto a quella cartacea perché evita la prescrizione
3. Tutte e due le tipologie di buoni indicate sono esenti da imposta di successione
4. La clausola CPFR presente nei buoni fruttiferi postali cointestati permette a ogni intestatario di richiedere autonomamente il rimborso del buono.

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