Buoni fruttiferi postali di Poste Italiane: quando conviene la sostituzione e per chi?

I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono uno dei prodotti di investimento più amati dagli Italiani: ma è possibile richiedere il rimborso del capitale investito e quando conviene la loro sostituzione?
6 anni fa
1 minuto di lettura
buono fruttifero postale

I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane sono uno dei prodotti di investimento più amati dagli Italiani. Questo perché essi sono sicuri in quanto garantiti dallo Stato Italiano ed emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti. Inoltre, in qualsiasi momento, è possibile richiedere il rimborso del capitale investito. Ma quando conviene la loro sostituzione e per chi?

Buoni fruttiferi postali: cartacei e dematerializzati, differenza

Esistono due tipi di buoni fruttiferi postali: quelli cartacei e i dematerializzati. I primi consistono in un titolo cartaceo la cui presentazione è d’obbligo qualora si richieda il rimborso sia alla scadenza che anticipato.

Chi sottoscrive tale forma di buono sarà responsabile di esso per cui dovrà custodirlo gelosamente. Tale tipologia di buoni sarà emessa in tagli da 50 euro e multipli.

Quelli dematerializzati, invece, constano solo di una scrittura contabile sul conto di regolamento (conto corrente BancoPosta o Libretto di risparmio Postale). Essi dovranno avere necessariamente la stessa intestazione del conto di regolamento. Nel caso in cui si chieda il rimborso, poi, l’accredito avverrà direttamente sul conto di regolamento. Così come quelli cartacei, tali bfp saranno emessi in tagli da 50 euro e multipli.

Quando conviene la sostituzione dei bfp e per chi?

La sostituzione dei bfp postali cartacei con quelli dematerializzati è permessa secondo le modalità indicate dall’Ufficio Postale nel quale si sono sottoscritti i buoni. Il titolo da dematerializzare, però, dovrà avere la medesima intestazione del libretto postale o conto corrente BancoPosta che dovranno fungere da conto di regolamento. Secondo l’articolo 8 Bis al Decreto Ministeriale del 19 dicembre 2000 i risparmiatori possono chiedere la dematerializzazione dei bfp rappresentati da un documento cartaceo mediante la ridenominazione in euro laddove necessario e la trasformazione in iscrizioni contabili registrate in conto di deposito titoli.

Le Poste ricordano infine che la variazione del conto di regolamento sarà possibile purché i due conti di regolamento abbiano la stessa intestazione.

Ciò per quanto concerne i buoni fruttiferi postali dematerializzati.

Leggete anche: Panoramica rendimento buoni fruttiferi postali.

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

La BCE di Draghi affossa le banche, ecco perché le aste T-Ltro non convincono

Pensione usurante la certificazione
Articolo seguente

In pensione con 35 anni di contributi: quali possibilità per un disoccupato