Gli italiani scelgono sempre più spesso i buoni fruttiferi postali come prodotto di investimento. Questo perché sanno che tali titoli sono un prodotto garantito dallo Stato Italiano e che inoltre è possibile richiederne il rimborso in ogni momento. Non hanno poi spese a parte gli oneri fiscali ed una tassazione agevolata al 12,50%. Detto ciò, ecco quando gli interessi cessano di essere fruttiferi e quando si verifica la prescrizione.
Bfp: le informazioni principali sulla sottoscrizione
I bfp cartacei possono essere sottoscritti e rimborsati in qualsiasi ufficio postale italiano.
Per quanto concerne quelli dematerializzati essi saranno sottoscrivibili e rimborsabili presso gli uffici postali. Inoltre, se la tipologia scelta lo prevede anche mediante il sito web di poste.it o risparmiopostale.it. Per poter sottoscrivere tale tipologia di buoni sarà necessario essere titolari di un libretto di risparmio postale o conto corrente postale in quanto fungerà da conto di regolamento.
Quando gli interessi cessano di essere fruttiferi e la prescrizione
I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane diventano infruttiferi a partire dal giorno seguente alla data di scadenza naturale del titolo. Poste, però, comunica che per quanto riguarda quelli ordinari emessi fino al 27 dicembre del 2000 essi resteranno fruttiferi fino a che non si raggiungerà il trentesimo anno solare successivo a quello in cui essi sono stati emessi.
I buoni postali cartacei si prescrivono dopo dieci anni dalla data di scadenza del titolo.
Si ricorda che per quelli emessi fino al 13 aprile del 2001 la prescrizione è a favore del Mef mentre l’importo di quelli emessi dopo tale data è versato al fondo istituito presso il Mef. Poste ricorda infine che i bfp dematerializzati, invece, non potranno cadere in prescrizione in quanto alla scadenza esse verranno rimborsati. L’importo, infatti, verrà accreditato in automatico sul conto di regolamento dell’intestatario.
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