I buoni fruttiferi postali sono un investimento ottimo per i piccoli risparmiatori che non vogliono correre i rischi del mercato. Questo perché sono garantiti dallo Stato Italiano, non hanno costi e poi perché è possibile chiedere il rimborso del capitale investito quando si vuole. Ci si chiede però quali sono i principali vantaggi e quali gli svantaggi rispetto ai Titoli di Stato.
Buoni e Titoli: cosa scegliere
Tra i buoni postali preferiti dagli italiani nel 2018 ci sono quelli 3×2 e 3×4. Con il primo è possibile chiedere il rimborso già dopo tre anni e la durata è di massimo sei.
La sostanziale differenza è che chi investe nei buoni postali può stare tranquillo mentre chi in Titoli un po’ meno. I primi perché, come detto, sono garantiti dallo Stato Italiano ed il rimborso può essere richiesto in ogni momento. Il problema dei secondi, emessi dal Tesoro, invece, è che può capitare di dover vendere ad un prezzo più basso di quello acquistato (se si vende prima della scadenza) e quindi con una perdita.
E dal punto di vista fiscale?
Dal punto di vista fiscale i buoni fruttiferi postali sono tassati al 12,50% ed inoltre non hanno alcuna imposta di bollo fino a 5.000 euro mentre oltre tale cifra è pari allo 0,2 per mille.
I titoli di Stato possono essere sottoscritti sia nel mercato secondario che in asta. Le commissioni massime per i Bot (recente norma trasparenza bancaria) sono le seguenti (dati Mef):
- +0,03% per titoli di durata inferiori o uguale a ottanta giorni,
- +0,05% per quelli di durata maggiore di ottanta o uguale a centoquaranta giorni,
- +0,10% per durata tra centoquarantuno e duecentosettanta giorni e infine
- +0,15% per durata residua maggiori di duecento settantuno giorni.
Queste commissioni vanno aggiunte al prezzo applicato dagli intermediari a coloro che li sottoscrivono che è uguale al prezzo medio ponderato che risulta dall’asta.
Per quelli che vengono acquistati sul mercato secondario sono gli Istituti di Credito o gli intermediari ad applicare le commissioni che devono essere negoziate prima con il risparmiatore durante la sottoscrizione.
Infine ricordiamo che la tassazione sulle rendite dei titoli di Stato in arrivo da Btp, Bot, Cct e Ctz è del 12,50%.
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